«L’esplosione dello scandalo Facebook-Cambridge Analytica sta mettendo a soqquadro l’intero scacchiere istituzionale e mediatico, a livello planetario. Nuovi poteri sono entrati sulla scena e stanno minacciando direttamente le forme e i contenuti dell’informazione, creando forme surrettizie di interferenza nei processi di libera determinazione delle opinioni». Lo sottolinea in una lettera aperta il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna.
«In questo scenario – prosegue Verna – i giornalisti sono in prima fila. Sia come bersagli e obbiettivi di chi vuole distorcere il flusso delle informazioni, sia perché stanno dimostrando come, proprio nel nuovo mondo della rete, il protagonismo dell’informazione consapevole, critica e documentata rimane un saldo riferimento per chiunque voglia salvaguardare l’idea stessa di Libertà. Mi rivolgo a tutti voi perché credo che proprio su questi temi il vostro ordine professionale abbia dato una testimonianza di cosa voglia dire essere e vivere da giornalisti».
«Da mesi siamo impegnati in un confronto con soggetti istituzionali e professionali per affermare la necessità di maggiore trasparenza e consapevolezza nella formazione, e gestione dei dati e dei data base – sottolinea ancora –. Siamo stati fra i primi a porre con forza il tema della trasparenza e tracciabilità dei data base e dell’idea che oggi la potenza dei sistemi predittivi debba essere uno spazio pubblico. Esattamente quanto sta emergendo dalle indagini internazionali. Nessuno può contrabbandare il commercio di dati per attività di comunicazione, o ancora peggio, di giornalismo senza giornalisti».
«Nei prossimi mesi il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti proporrà, con l’autorevole collaborazione del collega Michele Mezza, un progetto di formazione e adeguamento continuo della nostra cultura professionale lanciando una sfida a tutti i soggetti dell’ecosfera – fa sapere Verna –. Editori, pubblicità, sistemi tecnologici, mondo della ricerca, istituzioni e sistema politico. Vogliamo nel nuovo mondo del calcolo riproporre un modello di valori e di diritti che renda l’innovazione un fenomeno di promozione sociale e non una scorciatoia di puro accaparramento di risiera e spazi di mercato. Siamo in campo e proprio facendo i giornalisti saremo strumenti e occasioni di innovazione e democrazia».