Ferdinando di Annibale Ruccello, dino a domenica 15 al Teatro San Ferdinando.

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Nadia Baldi firma la regia di Ferdinando, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, in scena in prima nazionale dal 10 al 15 gennaio al Teatro San Ferdinando, secondo appuntamento della Stagione dello Stabile con il teatro dell’autore di Castellammare di Stabia nel trentennale della scomparsa.

Nel ruolo di Donna Clotilde, il personaggio abilmente disegnato da Ruccello, al centro della vicenda, l’attrice Gea Martire, affiancata, nella non meno distillata figura della di lei cugina, Gesualda, da Chiara Baffi, e da Fulvio Cauteruccio nei panni del parroco Don Catellino con il giovane Francesco Roccasecca in quelli del personaggio del titolo, Ferdinando.

I costumi sono di Carlo Poggioli, la consulenza musicale di Marco Betta, il progetto luci della stessa Nadia Baldi, la produzione di Teatro Segreto.

Donna Clotilde, baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino, un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché alla villa non arriva Ferdinando, un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.

«FERDINANDO – scrive nelle note Nadia Baldi – contiene notevoli elementi espressivi per una realizzazione teatrale delle emozioni umane specchiandosi nella tagliente forza di una storia che attraverso il teatro ruoti intorno al disvelamento di una serie di segreti. Ferdinando si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana. Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante. Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi disvelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori. Lo spettacolo si incentrerà su un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato. Racconterà la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile: esiste sempre una connessione tra noi e i luoghi, tra noi e gli oggetti, tra noi e la memoria. Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità. Ferdinando mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze».

 

Calendario rappresentazioni:

10, 11 e 13 gennaio ore 21.00; 12 gen. ore 17.00; 14 gen. ore 19.00; 15 gen. ore 18.00

Info: www. teatrostabilenapoli.it; biglietteria: Teatro San Ferdinando: tel 081 292030 – 081 291878

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