Sospesi dal servizio con privazione dello stipendio. E’ la decisione assunta dal Collegio Provvedimenti disciplinari sul caso delle formiche all’ospedale San Giovanni Bosco. Al termine di un “approfondito lavoro di ricostruzione dei fatti – si legge in una nota della Asl Napoli 1 Centro – il Collegio Disciplinare ha definito la sospensione dal servizio per Giuseppe Matarazzo (direttore sanitario del San Giovanni Bosco all’epoca dei fatti contestati) e per Claudio Pucillo (già assistente tecnico del nosocomio). A Matarazzo è stata comminata la sanzione di un mese di sospensione dal servizio, a partire dal prossimo 16 luglio e con la privazione della retribuzione. A carico dell’assistente tecnico Claudio Pucillo la sospensione dal servizio è per 4 mesi di sospensione dal servizio con decorrenza, a far data dal prossimo 4 luglio.
“Lo abbiamo sostenuto fin dal primo giorno e oggi, a distanza di otto mesi dalla vergognosa sospensione di tre infermieri, individuati ingiustamente come capri espiatori per i reiterati casi di formiche in corsia al San Giovanni Bosco, è finalmente arrivata la sanzione per gli unici veri responsabili. Già dal mese di novembre avevamo chiesto la rimozione dell’allora direttore generale Asl Napoli 1 Forlenza e dell’ex ds Matarazzo. Richiesta respinta dalla maggioranza del Consiglio regionale. E invece ancora una volta avevamo ragione. Dopo la cacciata in sordina di Forlenza, oggi il Collegio Disciplinare ha definito la sospensione dal servizio per Matarazzo e per il responsabile tecnico. Per tanto tempo sono state fatte cadere le colpe sull’ultimo anello della catena, piuttosto che individuare le responsabilità nell’incapacità gestionale del direttore generale e del direttore sanitario, a cui sono in capo, per legge, le competenze organizzative e l’attività di controllo sull’igiene, sulle carenze strutturali e sui turni del personale. Manager che non si sarebbero neppure mai accorti che proprio il San Giovanni Bosco sarebbe da anni la base logistica e sociale della camorra, come svelato dall’ultima inchiesta della Procura Antimafia”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“Era stato proprio De Luca – ricorda Ciarambino – a pretendere la sospensione per i tre infermieri, a cui oggi andrebbero rivolte pubbliche scuse, pur di salvaguardare l’onorabilità dei suoi dirigenti. Lo stesso governatore che in aula ci ha fatto bocciare un ordine del giorno nel quale chiedevamo la rimozione dei suoi manager, corroborato da documenti e istanze per sollevare dall’incarico l’allora direttore generale Asl Napoli 1. Manager incapaci, ospedali che cadono a pezzi e il presunto controllo dei clan sulla nostra salute. Con questi presupposti De Luca trova oggi anche il coraggio di chiedere l’uscita dal commissariamento. Facciamo ancora una volta appello al premier Conte, a cui abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera a firma dei consiglieri regionali e dei parlamentari campani M5S, di dar seguito alla nostra richiesta di sostituire De Luca con un commissario con poteri anche di nomina dei dirigenti sanitari e di prevedere per la Campania misure emergenziali come quelle contenute nel decreto Calabria”.