“Il 27 agosto, visto che è stata chiusa dal 1° ottobre dell’anno scorso, sono decorsi esattamente 330 giorni da quando i treni della funicolare di Chiaia, i quali ogni giorno trasportavano 15mila passeggeri, la maggior parte dei quali lavoratori e studenti, si sono fermati senza che ci siano masi visti operai al lavoro, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che a Napoli notoriamente fa acqua da tutte le parti. Le ripercussioni, in questo lungo periodo di tempo, si sono aggravate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo dall’ANM. Il traffico al Vomero, ad esclusione del breve periodo della pausa estiva che oramai volge al termine, ogni giorno continua ad andare in tilt con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, segnatamente lungo le arterie che si dipartono da piazza degli Artisti per raggiungere le altre zone della collina ma anche nel quadrilatero via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione, via Annella di Massimo “.
A ritornare puntualmente, a ogni scadenza, sulle conseguenze scaturite dal fermo dell’impianto a fune è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a segnalare le vicende e purtroppo i malfunzionamenti che da tempo stanno caratterizzando la vita delle quattro funicolari cittadine, fondatore sul social network Facebook del gruppo “Napoli: gli “orfani” della funicolare di Chiaia”.
“Intanto – afferma Capodanno – cresce il disappunto per l’eccessiva durata del fermo dell’impianto a fune, per il quale solo a fine maggio, al quarto tentativo, è stata aggiudicata la gara d’appalto ma senza che i lavori siano ancora iniziati. Certamente si tratta di lavori importanti che riguardano la sostituzione di tutte le apparecchiature elettriche, elettromeccaniche e meccaniche della sala argano e degli impianti connessi alla trazione, per un importo complessivo di poco meno di 7 milioni di euro. Ma trecentotrenta giorni sono tanti e l’impianto, considerando che i lavori inizieranno, se tutto va bene, a settembre prossimo, aggiungendo i dieci mesi indicati nell’appalto per la loro esecuzione e i tempi per effettuare le prove finalizzate a ottenere il nulla osta dell’Ansfisa, non potrà riaprire che perla fine dell’estate dell’anno prossimo, se tutto va bene, anche se in passato notoriamente si sono verificati non pochi ritardi per analoghi lavori effettuati sugli impianti a fune del capoluogo “.
“Peraltro – aggiunge Capodanno – non si comprende perché il tempo per l’esecuzione dei lavori sia stato prolungato, nel nuovo bando, a dieci mesi, diversamente da quanto indicato originariamente, quando si prevedeva che l’impianto dovesse rimanere fermo solo sei mesi. Tanto anche alla luce del dato che dall’ultima gara d’appalto sono stati stralciati i lavori relativi alle opere edilizie non strettamente connessi all’intervento sulle parti elettromeccaniche, come quelli alle facciate, lavori edili che dovrebbero essere effettuati successivamente, con l’impianto in funzione, anche se su questo aspetto c’è ancora poca chiarezza “.
” Di fatto – sottolinea Capodanno -, per i 15mila utenti che quotidianamente, nei giorni feriali, utilizzano la funicolare di Chiaia, si allungherebbe, e di molto, il periodo durante il quale devono sopperire alla mancanza dell’importante quanto veloce impianto di trasporto pubblico, i cui treni collegano le due stazioni terminali in poco più di tre minuti, andando a penalizzare anche i viaggiatori che affluiscono dalle due stazioni intermedie di Palazzolo e di Corso Vittorio Emanuele, per i quali, allo stato, non risulta ancora istituito alcun mezzo sostitutivo su gomma “.
“A questo punto – puntualizza Capodanno – occorre assolutamente considerare tutte modalità operative per accelerare i tempi per la realizzazione dei lavori di manutenzione alla funicolare di Chiaia, anche effettuando lavorazioni nelle ore notturne e su tre turni, incrementando, laddove ciò si rendesse necessario, pure il numero di operai. In altre parole il tempo di durata dei lavori deve essere ridotto, al massimo, al periodo originario, vale a dire a sei mesi. In questo modo la funicolare di Chiaia potrebbe essere riaperta al pubblico a marzo dell’anno prossimo, prima delle festività pasquali “.
“Comunque vada – conclude Capodanno – Napoli ancora una volta acquisirà un nuovo primato negativo nell’ambito del funzionamento del trasporto pubblico. Difatti, con l’attuale cronoprogramma, alla fine, la funicolare di Chiaia, se tutto va bene e se non venissero ridotti i tempi per l’esecuzione dei lavori, così come richiesto, sarà rimasta chiusa per circa due anni, battendo ampiamente il primato detenuto dalla funicolare Centrale che, anch’essa, per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque per poco meno di un anno “.