“La famiglia non cerca vendetta, né soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio, la famiglia attende la verità per capire perché è successo”. Lo sottolinea, ai giornalisti, l’avvocato Domenico De Rosa, legale della famiglia di Samuele, il bimbo di 4 anni che venerdì scorso a Napoli è stato fatto cadere nel vuoto, dal terzo piano dell’abitazione dove viveva, dal domestico che, mentre stava facendo le pulizie in casa, l’ha preso in braccio e l’ha portato sul balcone.
“I genitori non hanno nessuna responsabilità, neppure di carattere morale, circa l’accaduto”, ha aggiunto De Rosa, “non hanno lasciato il figlio nelle mani di una persona che non sta bene, cosa che alla famiglia non risultava affatto”.
Circa le pressioni subite dai cronisti (uno sarebbe stato anche preso a schiaffi, ndr) registrate sul luogo della trageda, che hanno spinto il sindacato dei giornalisti a diffondere un comunicato nel quale viene stigmatizzata la vicenda, l’avvocato De Rosa ha precisato che il “picchetto” che sosta sul luogo della tragedia e allontana i giornalisti “non è certamente composto da familiari di Samuele. La famiglia chiede solo che venga di rispettato il loro dolore e anche il lavoro dei giornalisti, quello della Procura e pure quello dell’avvocato di Cannio”.
In merito al video che ritrae il bimbo, pubblicato e poi rimosso dai social nei giorni scorsi, De Rosa ha fatto sapere che si tratta di immagini completamente scollegate dalla tragedia in quanto risalenti ad almeno due anni fa. De Rosa ha anche voluto sottolineare che i rapporti tra Cannio e i genitori di Samuele erano sempre stati “di estrema normalità”.
Da anni faceva le pulizie”, non solo a casa Gargiulo, e non aveva “mai dato segni di squilibrio”, ha spiegato il legale. “Anzi, – ha concluso – il senso di riservatezza e di tranquillità che mostrava era un motivo in più per continuare a trattarlo come una persona alla quale affidare le pulizie in presenza di una signora incinta e di un bimbo di 4 anni”. (ANSA).
“Tu solo Samuele avresti in questo giorno diritto di parola”. Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, celebrando i funerali del bimbo di tre anni morto lo scorso venerdì dopo essere precipitato dal terzo piano di un antico edificio di via Foria, a Napoli.
Per la morte di Samuele è stato arrestato un uomo di 38 anni, collaboratore domestico della famiglia della vittima.
I funerali si stanno celebrando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci con la partecipazione di migliaia di persone. In tanti indossano una maglietta bianca con la foto del bimbo e la scritta “Sei un angelo speciale “. “Chi perde i genitori è orfano, chi il coniuge è vedovo ma non c’è parola per definire un genitore che perde un figlio”. E’ quanto ha detto l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell’omelia pronunciata ai funerali del piccolo Samuele, morto dopo una caduta dal terzo piano della sua abitazione. Per la morte del piccolo un uomo, collaboratore domestico della famiglia, è stato arrestato. Battaglia, con la voce rotta e il voto solcato dalle lacrime, ha letto una “lettera a Samuele”, definito più più volte “caro dolce, piccolo principe”.(ANSA).