Venerdì mattina il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, accompagnato dall’ingegnere Angelo Fusco, direttore divisione navi militari di Fincantieri, ha fatto visita allo stabilimento di Castellammare di Stabia, dove è in costruzione nave Trieste, la nuova unità anfibia multi-ruolo della Marina Militare.
L’attività, che ha visto la partecipazione anche di altri rappresentanti di Fincantieri e del Comandante logistico della Marina Militare ammiraglio di Squadra Eduardo Serra, cade proprio nel giorno dell’88° anniversario dal varo di Nave Scuola Amerigo Vespucci, che proprio all’interno dello storico cantiere di Castellammare di Stabia, nel lontano 1931, ha toccato per la prima volta il mare. Quella odierna è quindi una data dagli alti contenuti affettivi per la Forza Armata, nel segno della continuità storica e dell’indissolubile legame esistente tra la Marina Militare, la Città di Castellammare di Stabia e lo storico stabilimento, fondato già nel 1783 per le grandi costruzioni navali della Real Marina del Regno delle Due Sicilie. Oltre al “veliero più bello del mondo” in questo storico cantiere sono state varate oltre 200 navi militari tra cui il l’incrociatore Caio Duilio, l’incrociatore portaelicotteri Vittorio Veneto ed il cacciatorpediniere lanciamissili Ardito.
Tradizione ed innovazione continuano ad essere ancora oggi i pilastri fondanti della Marina Militare. Il cantiere stabiese è il simbolo di questo legame nel segno di una marittimità che si rinnova, garanzia di un made in Italy che porta nei mari del mondo le eccellenze italiane e che trova nuovo slancio con le moderne unità della Marina Militare come il Trieste, gioiello di tecnologia ed elettronica.
La costruzione della nuova Landing Helicopter Dock (LHD) rientra nel programma di rinnovamento della flotta che ha lo scopo di sostituire le varie unità navali ormai al termine della loro vita operativa che, per ragioni di naturale invecchiamento, devono essere avviate alla dismissione. Nave Trieste, che sarà varata nei prossimi mesi dallo scalo in maniera tradizionale, è stata progettata per essere uno strumento flessibile, modulare, affidabile, a basso impatto ambientale, facilmente riconfigurabile, secondo il concetto “one fits all”, ovvero la capacità per una stessa classe di unità di portare a termine delle missioni che tradizionalmente spettavano a differenti tipologie di piattaforme.
Consentirà quindi di proiettare e sostenere – in aree di crisi – la forza da sbarco e la capacità nazionale di proiezione dal mare, assicurerà il trasporto strategico di un numero elevato di mezzi, personale e materiali, ma potrà anche concorrere a compiti di “Protezione Civile” per il soccorso a popolazioni sinistrate, potendo assicurare anche funzioni di comando e controllo per attività emergenziali di natura non militare di varie tipologie.