Martedì 16 dicembre scade il termine per il pagamento del saldo dell’IMU e della TASI.
I soggetti chiamati al pagamento sono non solo i proprietari di immobili, ma anche gli inquilini, per i quali è previsto il pagamento di una quota variabile della TASI.
Le aliquote variano a seconda del Comune in cui si risiede e, nel caso in cui il Comune non abbia ancora deliberato, c’è un’aliquota fissala a livello nazionale alla quale bisogna attenersi.
L’aliquota base è l’1×1000 per la TASI e sale fino al un massimo del 2,5×1000 per la prima casa e del 10,6×1000 per la seconda casa (TASI+IMU).
Il Governo ha poi autorizzato i Comuni ad aggiungere delle addizionali che possono arrivare fino allo 0,8% sulle aliquote nazionali ripartite su prime e seconde case, oltre alla facoltà di introdurre detrazioni, con tutto il caos che ne deriva.
Consultare la delibera del Comune di residenza è l’unico modo per comprendere quanto si è tenuti a pagare per il saldo di TASI ed IMU.
In molti Comuni, tuttavia, vengono recapitati a domicilio i modelli F24 con i quali bisogna provvedere al pagamento già compilati.
Per ovviare alla confusione e semplificare il sistema, dal 2015 si dovrebbe arrivare al pagamento di una imposta unica, che comprenderà IMU e TASI, con un’aliquota che dovrebbe aggirarsi sullo standard del 2,5×1000, che però potrà essere aumentata dai Comuni fino al 5×1000, non dimenticando che su questa nuova tassa andrà ad impattare quella vera e propria spada di Damocle rappresentata dalle nuove rendite catastali.
Insomma, il rischio di ulteriore confusione, e soprattutto di ulteriori rincari, è dietro l’angolo.
PIETRO PIZZOLLA