Doppio ordine del giorno in commissione Urbanistica, presieduta da Massimo Pepe. Con l’assessora Laura Lieto i commissari hanno affrontato i contenuti della delibera di Giunta comunale n. 128, che definisce gli indirizzi per l’approvazione di iniziative di gestione sperimentale su immobili di proprietà comunale rientranti nell’area del Programma di Recupero Urbano di Ponticelli.
L’assessora ha ricostruito il percorso che, dallo scorso anno, ha portato alla realizzazione di iniziative volte al coinvolgimento della comunità di Ponticelli per avviare progetti di agricoltura urbana negli spazi non edificati del quartiere. Il lavoro di partecipazione e di coinvolgimento si è concluso con un apposito bando della Fondazione con il Sud, progetto “Terre colte”, che punta a consentire un presidio innovativo dei luoghi non edificati e il perseguimento di finalità pubbliche. Per consentire alle aspiranti imprese sociali di agricoltura urbana di intervenire su questi spazi sono state adottate alcune misure incentivanti: l’estensione del termine d’uso dei suoli rientranti nel PRU da 5 a 10 anni, e l’applicazione della scontistica del Comune. Si punta, ha concluso l’assessora, a portare al più presto il PRU in approvazione dopo aver perfezionato tutti gli aspetti urbanistici connessi al PRU.
Nel dibattito Massimo Cilenti (Napoli Libera) ha chiesto che, nell’ambito del PRU, si faccia una verifica dei reali costi di bonifica dei suoli, e ha chiesto scadenze temporali più ampie nell’avviso pubblico per consentire alle imprese interessate di valutare attentamente tutti gli aspetti necessari per presentare progetti efficaci e stabili.
La commissione ha poi discusso del nuovo Progetto di fattibilità tecnica ed economica (PFTE) per il completamento dell’intervento “Restart Scampia” – candidato ai finanziamenti del PNRR – che punta alla realizzazione di un eco-quartiere nell’area dell’ex Lotto M delle Vele di Scampia. L’assessora Lieto ha condiviso con la commissione la necessità di procedere ad una variante urbanistica che restituisca la funzione residenziale al Lotto M, ora non prevista dal PRG del 2004. Si tratta di una esigenza emersa anche all’esito di un intenso processo di ascolto della comunità, ha spiegato Lieto, che tiene conto delle attuali esigenze connesse all’emergenza abitativa e delle nuove tendenze in materia di rigenerazione urbana. Il progetto è stato illustrato da Enrico Formato, docente di Urbanistica alla Federico II, che ha spiegato la manovra urbanistica prevista sulle aree sulle quali inciderà la variante e le tappe necessarie per il completamento dell’opera di rigenerazione.
Nel dibattito il consigliere Rosario Andreozzi (Napoli Solidale Europa verde Difendi la città) ha espresso soddisfazione per il progetto, e ha ribadito l’importanza di condividere ogni fase della realizzazione con gli abitanti dell’area e con il Comitato delle Vele, che da 35 anni si batte per questo risultato. Il presidente della Municipalità 8 Nardella ha parlato di un progetto di qualità che attraverso la modifica del PRG del 2004 riuscirà finalmente a colmare quel ‘vuoto’ al centro di Scampia previsto con l’abbattimento delle Vele. Rosario Palumbo (Manfredi sindaco) ha chiesto chiarimenti sull’impatto ecologico del progetto e sulla sua sostenibilità finanziaria. Catello Maresca (Gruppo Maresca) ha chiesto quale incidenza avrà il progetto sul carico urbanistico dell’area, in quali termini si intende estendere la consultazione delle parti sociali e se ci sarà una traccia documentale di questo processo. Nel breve termine ha chiesto cosa si intende fare per arginare i rischi di occupazioni abusive delle aree.
Nella replica l’assessora Lieto ha chiarito che la grande responsabilità dell’Amministrazione è quella di concludere i lavori entro il 2026, come previsto dal PNRR. Sarà inoltre fondamentale vigilare sul perfetto funzionamento di un meccanismo che – nel rispetto del circuito ‘nuova edificazione- spostamento delle famiglie -demolizione’ – impedisca occupazioni a catena. L’obiettivo, ha concluso, è restituire all’area un ambiente urbano che incida molto meno dal punto di vista delle volumetrie rispetto al progetto originario, rispondendo al tempo stesso alle esigenze manifestate dai residenti nel lavoro di consultazione.