Intesa San Paolo mette in vendita il Monte di Pietà.

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Nella Napoli capitale del vice regno spagnolo alcuni gentiluomini napoletani decisero di dare vita a un Monte di Pietà che, a scopo benefico, concedeva prestiti su pegno senza fine di lucro, con l’obiettivo di combattere l’usura. Gli strati più in difficoltà della popolazione cittadina trovarono così un aiuto concreto per fronteggiare problemi di quotidiana sopravvivenza, evitando di finire stritolati nell’odioso meccanismo messo a punto dalla spietatezza degli strozzini.

La storia del Monte di Pietà – come racconta il sito di Intesa Sanpaolo – diventa la storia del nascita del Banco di Napoli, che affonda le sue radici più antiche e nobili in questa cintura di salvataggio per folle di poveri e diseredati. Intesa Sanpaolo Group Services, società consortile per azioni partecipata da Intesa Sanpaolo S.p.A, annuncia ora che per quel Palazzo, edificato nel 1539, in via San Biagio dei Librai, 114, in piena Spaccanapoli, un dedalo di vicoli e vita che attraversa il cuore del centro storico della città, ricco di storia e monumenti, si valutano offerte di acquisto. Si tratta di 5.600 metri quadrati, 4 piani, uno interrato, oltre ad un atrio e a un cortile interno. Il prezzo? Sul sito ci sono quelli per altri immobili mentre in questo caso la trattativa è riservata. L’edificio storico monumentale fu realizzato quando alcuni nobili napoletani acquistarono il palazzo da Girolamo Carafa dei duchi d’Andria e ne affidarono il progetto per il restauro all’architetto romano Gian Battista Cavagni che realizzò anche la Cappella.

L’edificio oggi è prevalentemente utilizzato per uffici ed agenzia del Monte dei Pegni, cioè l’attività di credito su pegno, del Banco di Napoli-gruppo Intesa San Paolo. L’intero immobile è naturalmente interessato da vincolo architettonico e monumentale. L’accesso alla proprietà – come descritto sul sito che annuncia la vendita – è segnato da un imponente portale lapideo.

Da qui, attraverso un atrio porticato scandito da piloni in piperno e coperto da volte a vela, ci si immette alla corte interna scoperta oppure ai due scaloni monumentali che conducono al primo ed al secondo livello di piano. Sulla porzione meridionale dell’edificio al piano terra è disposta la “Cappella del Monte di Pietà”, da considerarsi senza dubbio il maggior motivo di pregio dell’immobile. La Cappella, realizzata in contemporanea all’edificio, è segnata all’ingresso da una facciata tardo-rinascimentale sormontata da un timpano con sculture. L’interno, interamente caratterizzato da affreschi seicenteschi, si articola nello spazio sacro a navata unica e negli ambienti laterali, sagrestia e sala cantoniera.

La prima pietra della Cappella venne posata il 20 settembre 1598. Nelle due nicchie delle campate laterali ci sono le statue della Carità e della Sicurtà, opere di Pietro Bernini scolpite nel 1601. Gli orfani, eterno simbolo della marginalità e del dolore di una società, rappresentati come piccoli bambini nudi o appena coperti da stracci lacerati si tengono attaccati con la forza della disperazione alle vesti di madre Carità, mentre con il coraggio di una rigorosa distinzione la Sicurezza invita a nutrire fiducia. Completamente illeggibili gli affreschi di Battistello Caracciolo che, insieme alle iscrizioni e all’iconografia delle opere scultoree, erano il manifesto del sentimento di solidarietà alla radice dell’istituzione e alla sua volontà programmatica di assistenza. (ANSA)

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