J-Momo presenta il raviolo salsiccia e friarielli.

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Con l’avvicinarsi dell’inverno J-MOMO ha pensato ad una nuova creazione inserita già nella linea di pasta fresca surgelata: un raviolo tipicamente invernale realizzato in base alla tipica ricetta tradizionale napoletana con l’utilizzo dei friarielli e della salsiccia di maialino nero casertano tagliata a punta di coltello. Il raviolo salsiccia e friarielli è prodotto con materie prime selezionate alla fonte e della azienda agricola di J-MOMO.

Negli ingredienti più conosciuti ed apprezzati nella cucina locale troviamo i friarielli, un vero must per i conoscitori delle zone e per i turisti che vogliono assaggiare nuovi sapori. Una materia prima che ci viene regalata dal territorio campano, purtroppo non molto conosciuta in Italia, la cui coltivazione è un esclusiva tutta campana. I friarielli prodotti in altre regioni non sono certamente gli stessi.

friarielli napoletani non sono altro che le cime di rapa, ovvero il fiore e la parte superiore di una pianta che non ha mai riscontrato grande successo nella nostra cucina nazionale, basata su prodotti e sapori più forti e decisi.

L’amore del popolo napoletano per i friarielli richiama una grande storia di recupero e di ingegno, due qualità tipiche della popolazione partenopea, che è riuscita con maestria a creare – da un ingrediente povero e di scarto, destinato alla spazzatura dai cuochi francesi delle cucine bene della città in quei tempi – la base per dei piatti assolutamente incredibili nel gusto e nella tradizione.

La storia dei friarielli: da ingrediente di scarto a prelibatezza

La storia dei friarielli, almeno quella che viene tramandata ai nostri giorni, è uno di quei racconti che sanno proprio di napoletanità.

Ci troviamo in una città all’inizio del 900, quando Napoli era una città che ospitava centinaia di migliaia di poveri, ma non solo. In città non mancavano famiglie tra le più potenti e ricche del mondo, che per nulla al mondo si sarebbero private di interi staff di cuochi che arrivavano d’oltralpe. Cuochi però di cuore, almeno relativamente, che con il tempo lasciarono nella tradizione della cucina napoletana un ingrediente che apparentemente di primo acchito si potrebbe considerare di poco conto – la rapa appunto. Con l’enorme ingegno del popolo, che è poi figlio della fame, si è riuscito a far sbocciare l’amore e dare vita ad un prodotto ad oggi considerato unico.

Si racconta come, a quei tempi, fuori dalle cucine dei nobili si mettessero in fila –  spesso in modo poco ordinato, tra calci, pugni, risse e violenze inaudite – donne di famiglie povere, che cercavano di recuperare scarti di cibo che gli venivano letteralmente tirati addosso. Tra gli scarti, vi era la famosa cima della rapa, che allora i poveri francesi non sapevano potesse diventare tanto deliziosa e prelibata se trattata e cucinata in modo particolare. In questo contesto ecco che entra in gioco il grandissimo genio napoletano, che ribaltò l’idea di una cima di rapa ritenuta un ingrediente inutile ed immangiabile dai cuochi francesi.

Un altro ingrediente di grande tradizione, il lardo, veniva unito e fritto insieme alla cima di rapa, per dargli più gusto e carattere, anche per gustare un pianto più nutriente e calorico, dato che le cime di rapa sono davvero leggere.

Il connubio con la salsiccia

Friarielli e salsiccia, un connubio che non conosce eguali nel panorama della cucina mondiale, ora considerato una vera prelibatezza per il palato. Anche in questo caso non mancano storie antiche, tramandate dalle nonne più anziane del luogo che tramandano tradizioni e segreti. La salsiccia che veniva accompagnata ai friarielli non era assolutamente quella bontà che siamo abituati ad assaporare nei ristoranti oggi, anzi era una semplice sacca contenente i peggiori resti della carne, che venivano tritati a mano e mescolati per quanto possibile con peperoncino e qualche spezia per diventare più appetitosi. Con i friarielli però è stato da subito amore a prima vista, una combinazione perfetta e ineguagliabile, ancora oggi un piatto che non manca mai dalla dieta settimanale delle famiglie napoletane, da quelle altolocate a quelle più povere.

Un mix di ingredienti e gusti che vanno a fondersi insieme creando un’esplosione di sapori per il palato, oltre che una storia ricca di tradizione ed antichi segreti custoditi con grande amore dalla popolazione locale che è stata capace di scorgere un alto potenziale in un ingrediente considerato da molti un prodotto di scarto.

 

 

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