La Corte dei Conti boccia Napoli, dissesto inevitabile.

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La Corte dei Conti (delibera 12/2014) boccia il piano anti-default del Comune vesuviano: un deficit “ufficiale” di 783 milioni che potrebbe divenire 1.200 milioni, contromisure “prive di attendibilità” fondate quasi solo su operazioni straordinarie (in alcuni casi “illegittime”); accanto alla cancellazione di vecchi “residui” (entrate iscritte in bilancio ma mai incassate) per 850 milioni fatta nel 2011, anche il consuntivo 2012 in rosso per 783,2 milioni sarebbe viziato da analogo “buco” potenziale di 431 milioni: 68 milioni sono scaduti da oltre 10 anni ed alcune voci sono sulla carta dal 1993. Vistosi assegnati 812 milioni da Stato e CDP come anticipi, il Comune non ha indicato come far fronte al loro rimborso.

Napoli presenta un irreversibile squilibrio strutturale. Il piano-dismissioni immobiliari prevede la vendita di 15.000 unità per un incasso stimato di 730 milioni, ma un precedente progetto di dismissione datato 2006 per 15.536 immobili ha fruttato 70 milioni di incasso con la vendita di 1.000 unità; e se anche il piano riuscisse, trattandosi per l’85% di immobili di edilizia pubblica, il 75% dell’incasso dovrebbe essere destinato, per legge, a “finalità sociali abitative”. Analogo giudizio negativo per le preventivate cessioni di partecipazioni, prive di ogni riscontro di mercato, come avvenuto con le Terme di Agnano, il cui bando di vendita è andato deserto. (smartweek-Il Denaro).

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