La Polizia ricorda le vittime di mafia

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E’ ricorsa ieri 21 marzo la “XXIX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Una data che unisce l’Italia nel ricordo di magistrati, appartenenti alle Forze dell’ordine, giornalisti, politici e comuni cittadini che hanno sacrificato la loro vita per combattere e non piegarsi alla criminalità organizzata.

Promossa dalle associazioni “Libera” e “Avviso pubblico”, quest’anno è stata scelta Roma come città simbolo del ricordo. “Roma città libera” è uno slogan che evoca il capolavoro del neorealismo “Roma città aperta”: un’opera d’arte che parla di resistenza e della lotta per la libertà. A ottant’anni dalla liberazione dell’occupazione nazi-fascista, oggi Roma torna ad aprirsi e liberarsi.

L’evento, che vede la partecipazione dei familiari delle vittime innocenti delle mafie, ha come scopo quello di smuovere le coscienze e diffondersi dal centro verso le periferie della Capitale, per ribadire che la “Città eterna” può e dev’essere liberata da mafie e corruzione.

Al Circo Massimo, punto di arrivo del corteo, vengono scanditi i nomi delle 1.081 vittime di mafia. Centotrentaquattro sono donne, come ad esempio Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato ad essere caduta in servizio. Come lei, sono molti i poliziotti che hanno combattuto la criminalità organizzata di stampo mafioso a discapito della vita.

Le loro storie e il loro coraggio vengono raccontati alle nuove generazioni affinché possano rappresentare un esempio da seguire in nome della libertà, della giustizia e della democrazia.

Nel pomeriggio, i familiari dei poliziotti vittime di mafia presenti alla manifestazione di Roma: Claudia Loi, sorella di Emanuela, Dario e Gigi Montana, fratelli di Giuseppe, commissario della Squadra mobile di Palermo ucciso nel 1985 e Matilde Montinaro, sorella di Antonio, capo scorta del giudice Falcone, sono stati ricevuti, con Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, dal capo della Polizia Vittorio Pisani. Il prefetto Pisani li ha ringraziati per l’impegno con cui si fanno portatori della cultura della legalità soprattutto tra le nuove generazioni, testimoniando concretamente i valori che Claudia, Beppe e Antonio hanno difeso fino all’estremo sacrificio.

La “Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” è divenuta nel 2017 giornata nazionale con la legge n.20 dell’8 marzo. L’idea però ha radici molto più profonde, che si generano dal dolore di due donne: Saveria, mamma di Roberto Antiochia, poliziotto morto al fianco del commissario Antonino “Ninni” Cassarà nel 1985 e Carmela, mamma di Antonio Montinaro, assistente della Polizia di Stato, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo nella strage di Capaci del 1992.

Gli ideali, che questo giovani servitori dello Stato hanno difeso senza indugi, sono ancora vivi e vengono raccontati agli studenti e ai ragazzi di tutta Italia anche da Tina Montinaro, moglie di Antonio, da sempre impegnata nel mantenere vivo il ricordo del marito e delle vittime delle stragi di mafia, con l’associazione Quarto Savona 15.

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