Ieru è iniziata la Quaresima e con essa il cammino verso la Pasqua. Un cammino di gentilezza. Vogliamo far si che il “segnale stradale” che accompagna il nostro cammino sia la gentilezza nel rapporto con gli altri. Nella comunicazione regna l’aggressività e la diffidenza. E’ arrivato un momento favorevole, la Quaresima, un percorso che vogliamo vivere non dettato dalla privazione, ma dall’aggiungere una ricchezza: l’amabilità per far si che non prenda il sopravvento la violenza e la brutalità delle parole e dei gesti. A tale proposito dovremmo tutti, nessuno escluso, fare nostro un proverbio arabo che propose il Cardinale Gianfranco Ravasi proprio ad Assisi: «ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare tre porte. Sull’architrave della prima è scritto: E’ vera? Sulla seconda campeggia la domanda: E’ necessaria? Sulla terza è scolpita l’ultima richiesta: E’ gentile?».
E allora ripartiamo e cospargiamoci le ceneri della violenza in testa e l’acqua della brutalità sui piedi per ricordarci che il sentiero liturgico c’invita ad una conversione integrale che ci porta a vivere il senso di accoglienza proposto da San Francesco: “chiunque verrà da voi sia benignamente accolto“. Un vissuto dall’animo inclusivo. Come dice di Don Tonino Bello il cammino di ognuno di noi, “una strada, apparentemente, poco meno di due metri, in verità, è molto più lunga e faticosa. Si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala“.
Ecco allora che inizia il cammino della gentilezza.
Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi.