La serva padrona di Pergolesi in scena alla Chiesa della Graziella

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Si è svolto dal 24 ottobre  a Napoli ,nella chiesa di San Potito a Napoli “Laboratorio “Opera ‘700”,  il laboratorio finalizzato alla produzione della messa in scena integrale del celebre intermezzo “La serva padrona” di G.B.Pergolesi, nella versione francese del 1754   a cura dell’Associazione Oltrecultura , in collaborazione con l’Associazione” Ad Alta Voce” presieduta dal Maestro Carlo Morelli.

I migliori dei partecipanti tutti validissimi, saranno impegnati in quattro spettacoli dal 3 e 4 novembre.

Il Laboratorio ha visto gli interventi dei maestri Maria Grazia Schiavo e Filippo Morace oltre che del maestro Dario Ascoli; nelle recite sarà impegnato il “Concentus Giuseppe Sigismondo”  che utilizzerà strumenti e prassi del Settecento.

L’ensemble strumentale, già accreditato di numerosi successi e prime esecuzioni moderne di partiture settecentesche, annovera al suo interno alcuni ex allievi dei Licei Musicali della Regione Campania oggi iscritti ai Conservatori della Regione e nelle quattro recite sarà diretto dal maestro Dario Ascoli, concertatore che ha anche curato la revisione della partitura e delle interpolazioni.

Nella storica sede della chiesa di San Potito avverranno i primi due spettacoli il 3 novembre alle 11.30 e alle 16,00.

Gli altri due spettacoli il 4 novembre alle 11,30 e alle 20,00  si terranno nella chiesa della Graziella attuale trasformazione dell’antico Teatro San Bartolomeo, luogo dove “La Serva padrona” come doppio intermezzo dell’opera seria “Il prigionier superbo” andò in scena per la prima volta il 28 agosto del 1733.

Può essere considerato un evento nell’evento poter riportare nel luogo originario dopo 285 anni il capolavoro pergolesiano.

La chiesa della Graziella è stata riaperta nel 2014 grazie all’interessamento e al lavoro del maestro Ferdinando de Martino, presidente CERSIM.

Il laboratorio “Opera ‘700” ha voluto realizzare una ricostruzione di “La serva padrona” facendo emergere il suo valore storico includendo alcuni elementi della versione francese del 1754 e come appare dalla locandina del tempo e come nelle intenzioni di Jean Jacques Rousseau  che curò l’edizione, inserendo arie e danze dell’opera italiana con intervento di maschere della Commedia dell’Arte.

Grazie a queste interpolazioni la messa in scena impiega sei cantanti e due ballerini, Elena Renda e Maurizio Paolantonio, allievi del Liceo “Alfano I “di Salerno.

La regia è di Tonia Barone, con le scene di Laura Lisanti e le coreografie di Massimiliano Scardacchi.

Per assistere agli spettacoli è previsto soltanto un contributo per il mantenimento e il restauro dei due storici edifici.

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