Legge sul copyright, cosa cambia per i motori di ricerca e per i media online.

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La Legge sul Copyright è stata recentemente approvata dall’UE e dopo un ultimo passaggio, diventerà legge, questa porterà nuove regole in materie di copyright, per cui viene naturale chiedersi cosa cambierà per i motori di ricerca, vediamo più approfonditamente le novità che saranno introdotte.

In linea generale, le novità di maggiore rilievo sono che i giganti del web per pubblicare contenuti dovranno condividere i ricavi con i titolari del diritto d’autore, gli editori potranno limitare la diffusione di notizie su siti altrui, mentre i siti dovranno analizzare preventivamente i contenuti proposti dagli utenti e bloccare automaticamente quelli che non sono autorizzati dalle industrie del copyright.

Il testo approvato della legge specifica che le enciclopedie online come Wikipedia sono esclusiva da questa direttiva, mentre le piattaforme di nuova costituzione avranno meno obblighi; inoltre, le restrizioni sul diritto d’autore non vengono applicati a materiali di ricerca scientifica e insegnamento.

Legge sul copyright e motori di ricerca, cosa cambia?

Questa riforma è stata pensata per tutelare le pubblicazioni a mezzo stampe e ridurre il divario tra i grandissimi profitti delle piattaforme e i creatori dei contenuti, promuovendo la collaborazione tra queste due figure.

Se da una parte l’intenzione di questa normativa è lodevole, dall’altra potrebbe portare, se non corretta in alcuni articoli, a dei problemi, soprattutto per ciò che riguarda i motori di ricerca.

Da diverso tempo Google ha iniziato una campagna contro la direttiva europea del diritto d’autore, in particolare per l’articolo 11 che prevede la possibilità agli editori di richiedere il pagamento di licenze per utilizzare online gli articoli o parte di essi.

Che vuol dire? Che ogni volta che nei risultati di ricerca appaiono parte di contenuti, immagini, sommario, Google dovrebbe pagare o in alternativa, non mostrare più niente.

Ci sembra assurdo pensare a una pagina del motore di ricerca Google completamente vuota con solo i link dei siti web, eppure, l’azienda ha deciso di diffondere uno screenshot che mostra esattamente come apparirebbero i risultati del motore di ricerca nel momento in cui la legge entrerà in vigore: viene mostrata una pagina vuota senza alcun tipo di informazione.

Richard Gingras, vicepresidente della divisione news di Google, ha fatto sapere che i ricavi delle licenze favorirebbero solo gli editori più grandi, mentre penalizzerebbero quelli di dimensioni minori, di conseguenza, ci sarebbe una forte riduzione online di contenuti.

Probabilmente questo screenshot è solo una provocazione, ma se questo articolo e altri non verranno modificati in alcune parti, potrebbe anche diventare una possibilità concreta.

Cambiamenti per i motori di ricerca

Cerchiamo di riassumere meglio i cambiamenti che avranno i motori di ricerca dopo l’applicazione della legge europea sul copyright.

Le società che gestiscono i motori di ricerca e gli aggregatori online potranno cercare un accordo con i vari editori per continuare a pubblicare i contenuti e mantenere lo status quo, oppure, decidere di non pagare e mostrare snippet gratuiti, con poche parole e privi di descrizione.

Facebook starebbe pensando di creare una piattaforma digitale dedicati agli editori che potranno creare dei contenuti di qualità da proporre in esclusiva agli iscritti al social network.

Cosa cambia per editori, redattori e lettori?

Non solo i motori di ricerca, ci saranno dei cambiamenti anche per gli editori, i redattori e i lettori, la normativa europea sul copyright coinvolge un po’ tutti, vediamo in che modo.

Per editori e redattori i cambiamenti sono sicuramente favorevoli, del resto lo spirito della normativa è quello di offrirgli maggiori diritti e un compenso equo per la creazione dei contenuti.

Dopo che la legge sarà recepita e applicata dai singoli stati, gli editori di testate online dovranno mettersi d’accordo con i motori di ricerca e gli aggregatori di notizie per cedergli la licenza dei contenuti, in caso contrario, non potranno essere pubblicati.

I lettori corrono il rischio di avere meno fonti da visitare, infatti, siti come Google News potrebbero chiudere improvvisamente e i risultati delle ricerche mostrati in modalità parziale.

Chi solitamente utilizza internet per tenersi informato potrebbe esser costretto a cambiare abitudini, andando a cercare informazioni direttamente sui siti e non tramite app, aggregatori e motori di ricerca.

Tutto questo, se da una parte tutela editori e redattori, dall’altra penalizza fortemente i motori di ricerca e gli aggregatori ma anche siti web e lettori.

I siti web che oggi ricevono molte visite organiche potrebbero vederle calare drasticamente portando a una diminuzione degli utili che solitamente traggono da banner pubblicitari e affiliazioni.

Di conseguenza, i siti più piccoli potrebbero avere problemi a sopravvivere e potrebbero decidere di chiudere non riuscendo a sostenere i costi di gestione; i grandi siti web e le testate giornalistiche sarebbero le uniche che riuscirebbero ancora a farsi spazio e a guadagnare, forse più di prima.

Cosa succede se viene caricato un contenuto senza avere la licenza?

Se un contenuto viene caricato online senza licenza, chi ha il diritto d’autore su quel contenuto può rivalersi sia sull’utente che lo ha pubblicato che sulla piattaforma che ha dato il permesso alla diffusione.

Il testo prevede delle esenzioni per startup con fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, meno di 5 milioni di visite mensili e che non siano online da più di tre anni, in tutti gli altri casi si potrebbe incorrere in pesanti sanzioni.

Non sappiamo quali eventuali modifiche subirà ancora il testo nel tempo, nel frattempo l’unica certezza è che la legge è stata approvata e che entrerà in vigore due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale UE.

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