“Bastano pochi minuti e ritorno col pensiero. Erano attimi di incapacità a reagire di fronte la brutalità e la supremazia di tre corpi. Erano attimi in cui la mente sembrava come incapace di comprendere, di totale perdizione dell’essere. E dopo che il corpo era diventato scarto e oggetto, ho provato una sorta di distacco da esso. Il mio corpo, sede della mia anima, così sporco”.
Così, nello studio del suo legale Maurizio Capozzo, la 24 enne presunta vittima di violenza in un’ascensore della Circumvesuviana, descrive in una lettera quanto ha subito. “Il futuro diviene una sorta di clessidra – scrive ancora la ragazza, che annuncia che lascerà San Giorgio a Cremano (Napoli). Consumato il corpo e la mente dal tempo odierno ricerco una vita semplice”.
“Mi piacerebbe essere a capo di un’associazione che si occupa della prevenzione, della tutela e della salvaguardia delle donne, ragazze, bambine a rischio, perché donare se stessi e il proprio vissuto per gli altri è l’unico modo per accettarlo”. (ANSA)