Lo scorso 9 maggio, Napoli è stata teatro di una sparatoria in cui sono rimaste ferite tre persone.
L’episodio, avvenuto nella zona di corso Amedeo di Savoia, sembra essere il risultato di tensioni interne a una banda di rapinatori professionisti. Questi dissidi sarebbero nati riguardo la spartizione del bottino, ricavato da uno dei loro colpi compiuti utilizzando la cosiddetta tecnica “del buco.”
Questa tecnica criminale implica il praticare fori nelle pareti o nei soffitti di edifici per accedere al loro interno, permettendo così ai rapinatori di entrare senza dover forzare porte o finestre. È una strategia che richiede una notevole perizia e preparazione, indicativa del livello di professionalità della banda coinvolta. Le indagini della Squadra Mobile di Napoli e degli investigatori del commissariato San Carlo all’Arena hanno portato all’arresto dell’uomo che aveva sparato i colpi di pistola.
Quest’ultimo ora si trova sotto accusa per triplice tentato omicidio, tra le altre imputazioni. Quel fatidico giorno, quattro membri della banda si recarono dal loro quinto complice per discutere della spartizione del bottino. Durante questa discussione, la situazione degenerò: il quinto uomo reagì aprendo il fuoco e ferendo tre dei suoi complici, mentre il quarto rimase miracolosamente illeso. Le vittime, per non destare sospetti, si recarono ciascuna in un ospedale diverso della città.
Il loro intento era di far credere alle autorità che gli eventi fossero episodi separati e non collegati fra loro. Tuttavia, le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza della zona hanno offerto una chiara rappresentazione dell’accaduto. Nei video si vede chiaramente lo sparatore in azione e poi in fuga a tutta velocità a bordo di uno scooter. Le immagini video acquisite dalla Polizia di Stato si sono rivelate fondamentali per l’identificazione dei responsabili. È stato inoltre scoperto che tutti i membri coinvolti facevano parte di una banda di rapinatori esperti, oltre la cinquantina, capaci di compiere rapine in tutta Italia utilizzando la tecnica del buco.
Dopo il raid, lo sparatore era riuscito a rendersi irreperibile per un lungo periodo, temendo una possibile ritorsione da parte dei suoi complici. Alla fine, è stato tradito non solo dai video, ma anche dall’esperienza dei poliziotti del commissariato San Carlo all’Arena. Questi ultimi, al suo ritorno nella zona di competenza, sono riusciti a rintracciarlo e bloccarlo, assicurandolo alla giustizia.