Madre-Cicelyn, la Corte d'Appello dà ragione alla Fondazione Donnaregina.

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museo_MADRELa Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee prende atto della sentenza della Corte di appello di Napoli, sezione Lavoro, con la quale viene integralmente accolto il suo appello avverso la decisione di primo grado nel ricorso presentato dal Dott. Eduardo Cicellyn Comneno, già direttore generale.

Il collegio di appello, riunito in camera di consiglio il 15 ottobre 2014, in riforma della sentenza del Giudice monocratico Dr. Ghionni, ha rigettato tutte le domande del Dr. Cicellyn, ed i suoi appelli incidentali, condannandolo alle spese processuali di entrambi i gradi di giudizio in favore della Fondazione, assistita e difesa dall’Avv. Guido Grassi del Foro di Napoli.

Il Presidente della Fondazione, Prof. Pierpaolo Forte, dichiara di attendere il deposito della motivazione per un più compiuto commento, ma sin da subito osserva “che l’esito del giudizio evidentemente dimostra la piena legittimità del comportamento della Fondazione, allorché, in attuazione delle modifiche statutarie varate dalla Giunta Caldoro sotto la presidenza della Prof.ssa Caterina Miraglia, avviò il percorso per giungere ad una innovativa procedura concorsuale internazionale, che ha consentito l’individuazione dell’attuale direttore generale; e per far ciò, oltre che per evidenti ragioni di economia gestionale, occorreva risolvere, nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e di contratto collettivo, il rapporto a tempo indeterminato con il Dr. Cicellyn Comneno, instaurato nel 2005 senza alcuna valutazione comparativa, in via diretta e fiduciaria”.

Il Dr. Cicellyn, che ha ricevuto il preavviso di legge, e la liquidazione di tutte le spettanze connesse alla procedura risolutiva del suo rapporto, aveva richiesto la condanna della Fondazione – che egli stesso ha concorso a costituire – al pagamento di una somma, a vario titolo, di oltre 500.000 euro, tra cui anche il ristoro di ferie non godute, che, evidentemente, riteneva di non aver riconosciute a se medesimo, in quanto direttore generale.

“Ora spero che la questione possa essere definitivamente archiviata – continua Forte – e per parte nostra potremo utilizzare 300.000 euro di risorse pubbliche, che avevamo dovuto bloccare in bilancio per la controversia, destinandole ad investimenti culturali nel nostro territorio”.

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