da Ciro Borrelli, fondatore del portale Cicerogo. com, riceviamo e pubblichiamo
I fatti
Il MANN, nel 2016 mediante proprio Regolamento, ha istituito una “postazione permanente” presso il Museo al fine di consentire all’Associazione Regionale delle Guide Turistiche Abilitate in Campania di “organizzare e gestire l’iscrizione quotidiana di elenchi di Guide a cui i turisti potevano rivolgersi per fare la visita guidata del Museo”.
Un Regolamento con contenuti analoghi lo hanno approvato anche il Parco Archeologico di POMPEI e il Parco Archeologico di PAESTUM, dove sono state istituite analoghe postazioni permanenti
Le postazioni permanenti, secondo quanto riportato nel provvedimento dell’AGCM, rappresentano “una ingiustificata barriera all’ingresso per quelle guide turistiche che hanno conseguito l’abilitazione in altre Regioni Italiane o in altra area geografica europea”, sono contrarie “ai principi di liberalizzazione che il legislatore nazionale ha inteso superare con l’art. 3, comma 1, della legge n. 97 del 2013” e “sono idonee a limitare ingiustificatamente l’attività delle guide turistiche” violando i principi della concorrenza e del libero mercato.
Invece, al Parco Archeologico del COLOSSEO e al Museo di Arte moderna XXI secolo MAXXI, e per la verità anche a Pompei, è stata contestata, sempre dall’AGCM, la prassi secondo la quale soltanto le guide turistiche abilitate, rispettivamente della Regione Lazio e Regione Campania, potevano usufruire del biglietto di ingresso gratuito al sito e, in particolare, al Colosseo usufruivano del vantaggio del “salta la coda”, non dovendo ritirare i biglietti presso la biglietteria. L’AGCM ritiene, infatti, che tale prassi “conferisce una posizione di privilegio alle guide locali rispetto ai professionisti in possesso di analoga abilitazione ma conseguita in aree territoriali diverse, re-introducnedo un ingiustificato vantaggio concorrenziale”.
Quali vantaggi per il visitatore dalla “postazione permanente”?
A leggere la “segnalazione” dell’AGCM, e contestualmente i Regolamenti dei Musei o dei siti archeologici, è evidente che sono state messe in campo una serie di attività volte a disciplinare il servizio delle visite guidate sul posto. Anche la discussione sulla stampa e sui social che ne è seguita si concentra principalmente, se non esclusivamente, su aspetti di organizzazione interna alla categoria delle guide turistiche abilitate.
Lo sguardo e le azioni intraprese sono, infatti, rivolti alle esigenze dei professionisti turistici e non ai visitatori, se non nel caso della motivazione. Questa diventa, infatti, la premessa che sta a monte delle scelte organizzative: “rispondere alle esigenze di quella parte di domanda che decide di avvalersi di un professionista una volta arrivato già sul posto da visitare, facilitando l’organizzazione della visita guidata” (AGCM).
La risposta della “postazione permanente”, quindi, sembra andare nella direzione di risolvere problemi logistici e organizzativi principalmente agli operatori e non ai visitatori. Basta leggere i Regolamenti che disciplinano il funzionamento della “postazione permanente” per rendersi conto che gran parte del disciplinare è teso a regolare la composizione e il funzionamento degli elenchi delle guide piuttosto che la tipologia di servizi da offrire ai visitatori.
Per fare solo degli esempi: 1) tariffe e prezzi dei tour differenziati; 2) numero dei partecipanti al tour; 3) possibilità di scelta della guida; 4) possibilità di tour tematici
A nostro parere, è mancato, infatti, un approccio che collochi il visitatore al centro delle decisioni e delle azioni da intraprendere.
Eppure, proprio la “segnalazione” dell’AGCM è un provvedimento sanzionatorio a tutela dei consumatori. Di chi altri se no. E’ la figura del visitatore, quindi, che avrebbe dovuto guidare le scelte e le iniziative delle parti coinvolte in questa faccenda.
Quali vantaggi per il visitatore dalla “postazione virtuale”?
Siamo sicuri che non esistono altre soluzioni a vantaggio dei visitatori oltre la “postazione permanente”?
A noi viene in mente una su tutte: uno strumento digitale tale da configurarsi come “postazione virtuale”.
La domanda a cui rispondere è la seguente: come riuscire a facilitare il turista che vuole effettuare una visita guidata senza averla già prenotata in anticipo, quando si trova già sul posto e anche all’ultimo momento?
Esistono già on line application totalmente gratuite che rispondono esattamente alla domanda. Non solo per un museo ma per tutti i musei di Napoli, della Regione Campania, di Roma, di Firenze, di Venezia, di Milano, e di tutta Italia.
Se l’esigenza è quella di dare risposta ai visitatori, non v’è dubbio che il digitale sia la strada maestra apprezzata sempre più dai turisti italiani e di tutto il mondo. Abituati come sono, oramai, a prendere decisioni sulla base di informazioni dettagliate sui servizi offerti e delle recensioni degli altri utenti. Si pensi, ad esempio, ai servizi di prenotazione alberghiera o a quelli per scegliere un ristorante.
Stesso discorso, peraltro, non solo per i siti museali o archeologici, ma per qualsiasi sito di interesse storico, artistico, culturale e più genericamente turistico.
Una delle application già attive, CiceroGO, che ha ricevuto il PREMIO INNOVAZIONE SMAU 2018, offre infatti la possibilità, per ciascuna guida, di inserire una breve descrizione del tour, i luoghi da visitare, la durata del tour, le lingue in cui è svolto il tour, il prezzo del tour, la tipologia di specializzazione della guida, le immagini rappresentative del tour. Si aggiunga, poi, la possibilità di consultare le recensioni degli altri turisti sia per ciascun tour che su ciascuna guida abilitata.
In questo modo, i turisti possono comparare tra i vari tour sebbene si riferiscono allo stesso place. Per capirci, il fatto che si voglia visitare il MANN o il sito di Pompei non vuol dire che una guida vale l’altra o un tour vale l’altro. Il turista, solitamente, ha esigenze specifiche e diversificate. Grazie alle maggiori informazioni fornite con un prodotto digitale viene facilitata al turista la comparazione delle offerte di servizi con caratteristiche differenti per qualità, per prezzo, per durata e così via.
Non ci sono dubbi, il digitale favorisce la trasparenza e obbliga chi lo utilizza a posizionare gli utenti finali al centro del progetto, del servizio o del prodotto.