Maxioperazione dei Carabinieri, oltre 56 persone arrestate per produzione di monete false. Coinvolta anche la mamma della bimba di Caivano uccisa.

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SCOPERTA ZECCA CLANDESTINA ALLE PORTE DI ROMA,3 ARRESTI

Era responsabile della produzione di quasi il 90% degli euro falsi in circolazione nel mondo il gruppo di falsari sgominato oggi dai carabinieri in Campania. La banda, come ha spiegato il procuratore di Napoli Colangelo, faceva parte del ‘Napoli Group’, che include undici organizzazioni campane, ognuna con
una sua specializzazione. I componenti erano anche in contatto con esponenti della criminalità organizzata di vari Paesi europei, cui davano lezioni di contraffazione. Le banconote venivano spese in Europa e in Africa. Fra le ‘imprese’ anche la stampa di un biglietto da 300 euro spacciato in Germania. Coinvolta anche la mamma di Fortuna, la bimba di Caivano vittima di abusi e morta a giugno scorso, ma lei nega tutto.

La vasta operazione è stata condotta dai Carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria e di quelli dei Comandi Provinciali di Napoli e Caserta nei confronti di 56 persone, arrestate. Le accuse sono associazione per delinquere, falsificazione di monete, spendita ed introduzione nello Stato di monete falsificate, falsificazione di valori di bollo e contraffazione di altri pubblici sigilli.

Il gruppo di falsari era noto in tutta Europa e faceva parte del cosiddetto “Napoli Group”, sigla che include varie organizzazioni campane ed a cui, secondo gli inquirenti, è riconducibile il 90% degli euro falsi nel mondo.

Il “Napoli Group”, molto temuto dalla Bce, era costituito da undici associazioni a delinquere ciascuna delle quali specializzata in un compito: dallo stoccaggio al trasporto alla spendita al minuto delle banconote. Nel corso dell’operazione sono state scoperte una stamperia ad Arzano (Napoli) e una zecca a Gallicano (Roma). La banda, ha spiegato il comandante del Nucleo falsificazione colonnello Ferace, ha osato addirittura stampare una banconota da 300 euro, taglio che non esiste: banconota poi spacciata in Germania.

Tra i destinatari dei divieti di dimora c’è Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna, vittima di abusi, morta il 24 giugno scorso dopo essere caduta nel vuoto da un palazzo a Caivano. Sulla morte della bimba è aperta un’inchiesta che ipotizza l’omicidio. Secondo l’accusa Domenica Guardato acquistava consistenti quantità di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un altro abitante del parco Verde di Caivano arrestato questa mattina. Successivamente le rivendeva ad acquirenti abituali che provvedevano a spenderle nei negozi e nei supermercati. Alla donna i carabinieri hanno notificato la misura che le vieta di dimorare nel comune di Caivano, dandole sei ore di tempo per lasciare la città. Quando i carabinieri sono arrivati a casa sua, poco dopo le cinque di mattina, Mimma Guardato, pensava fosse per qualche novità legata alla morte della sua piccola Fortuna. “E invece mi hanno detto che ero destinataria di un divieto di dimora, che dovevo lasciare casa. Ma io con questa cosa dei falsari non c’entro assolutamente nulla”, dice raggiunta telefonicamente dall’ANSA.

Dalle indagini non sono emersi elementi che riconducano l’attività a clan camorristici, anche se in un primo momento questa possibilità era stata ipotizzata. La competenza a occuparsi del reato di associazione a delinquere finalizzata alla produzione e alla spendita di banconote false dovrebbe comunque essere delle Direzioni distrettuali antimafia: è l’opinione dello stesso Colangelo, e del pm della Dna Maria Vittoria De Simone, che ha partecipato alla conferenza stampa sull’operazione che ha portato oggi allo smantellamento del “Napoli Group”. Secondo i magistrati, che hanno sollecitato agli organi legislativi la modifica della norma attuale, ciò consentirebbe di rendere le inchieste sui falsari più efficaci e meglio coordinate.

È nato da un’intuizione del comandante della stazione carabinieri di Casagiove (Caserta) l’impulso investigativo che, nel 2012, diede il via all’indagine sul “Napoli Group”. Sviluppando quella traccia, in due anni sono state arrestate in flagrante una trentina di persone e sono stati raccolti gli elementi che hanno indotto il gip Dario Gallo a emettere le ordinanze cautelari: 29 arresti in carcere, 10 ai domiciliari, 12 di ieri di dimora e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dai sostituti Giovanni Conzo (Dda) e Gerardina Cozzolino (Procura di Santa Maria Capua Vetere).

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