A Napoli, in corso Umberto I, si è verificato un tragico evento che ha portato alla morte del giovane Emanuele Tufano, di soli 15 anni.
A causare il decesso è stata una sparatoria avvenuta tra diverse bande giovanili in un episodio definito di “paranze,” ossia gruppi di giovani, spesso minorenni, coinvolti in azioni criminali. Si sospetta che, oltre agli adolescenti già identificati, possano essere stati coinvolti anche bambini nell’accaduto, sebbene le indagini siano ancora in corso per chiarire il numero e l’identità esatta dei partecipanti al conflitto armato.
Gli investigatori hanno identificato due giovani indagati, rispettivamente di 15 e 17 anni, accusati di possesso illegale di armi da fuoco utilizzate presumibilmente nella sparatoria risultata fatale per Emanuele. Questo episodio tragico sembra essere il risultato di tensioni tra bande rivali appartenenti a due diversi quartieri di Napoli: il rione Sanità, da cui proveniva la vittima, e il Mercato, domicilio dei due giovani indagati. Grazie all’utilizzo di filmati di sorveglianza acquisiti durante le indagini, è stato possibile identificare altri giovani che hanno partecipato alla sparatoria.
Tra questi, ci sarebbero minori che, per la loro età, non possono essere incriminati. Gli accertamenti iniziali hanno rivelato che sono state utilizzate ben cinque armi da fuoco, un dato preoccupante che indica il livello di pericolosità e violenza raggiunto da questi gruppi giovanili.
L’inchiesta, complessa e articolata, è condotta con determinazione dalla Squadra Mobile di Napoli, supportata dalla Procura dei Minorenni e dalla Direzione distrettuale Antimafia della città. Questo coinvolgimento è giustificato dal sospetto che soggetti maggiorenni, verosimilmente legati alla criminalità organizzata, abbiano fornito le armi alle baby gang.
L’ipotesi del coinvolgimento di adulti suggerisce un collegamento tra i giovani coinvolti e reti criminali più ampie, che utilizzano minori per compiere attività illecite. Oggi è previsto un ulteriore passo nell’inchiesta: la Procura di Napoli conferirà l’incarico per l’autopsia sul corpo di Emanuele, un atto necessario per stabilire con esattezza le cause della morte e raccogliere ulteriori elementi utili all’indagine.