A cura di Anna Zollo direttore editoriale testata giornalistica www.frodialimentari.it
Ancora una volta la Mozzarella di Bufala Campana DOP nell’occhio del ciclone, un nuovo scandalo che va a ledere il lavoro e la passione delle tante persone che credono in un progetto più ampio che non è legato solo ed esclusivamente al mero profitto ma anche ad un progetto più ampio di mantenimento della tradizione e promozione di quella che era Campania Felix e che ha le caratteristiche per riassumere tale identificativo.
Per comprendere meglio la situazione e i diversi scenari che si prospettano abbiamo chiesto a Paolo Russo, parlamentare campano e membro della commissione Agricoltura della Camera dei deputati casa ne pensa e cosa dobbiamo aspettarci.
Cagliata di latte proveniente da paesi extra UE, per giunta in cattivo stato di conservazione, dentro un’importante azienda della filiera della mozzarella di bufala campana Dop. Questo, ed altro, al centro di un’inchiesta culminata in arresti e sequestri.Ancora una volta la mozzarella di bufala campana dop oggetto delle attenzioni di una procura…
“Non é il primo scandalo e, temo, non sarà l’ultimo. Il valore evocativo della mozzarella di bufala campana Dop è talmente elevato che agropirati ed agrostupidi ne inventano sempre un’altra nell’obiettivo di massimizzare gli utili d’impresa.
Non so se l’intera filiera abbia la consapevolezza di maneggiare il quarto prodotto a marchio italiano per fatturato e che quindi ogni insulto é una mazzata per l’economia nazionale e per tanti seri allevatori, trasformatori”.
Sono state coinvolte aziende agricole, allevatori di grido e veterinari…
“Personaggi senza scrupoli che hanno utilizzato prodotti fuorilegge e vaccini coreani, ma anche una scarsissima attenzione per il benessere animale. A rischio pure la salute umana: è vero che la brucella alle temperature previste del disciplinare muore, ma è possibile una contaminazione nella lavorazione. Incommensurabile anche il danno per l’erario e credibilità italiana, colata a picco in Europa. La beffa ad uno Stato che per debellare la brucellosi ha investito decine di milioni di euro, il danno agli allevatori seri che si son visti abbattere centinaia di capi, ristorati seppur con notevoli ritardi. Insomma la fotografia e’ quella classica: il furbo di turno che prova a farla franca a dispetto di consumatori e “colleghi” allevatori/trasformatori!”
2014: si va chiudendo meglio del 2013?
“In questo annus horribilis per l’agricoltura italiana si sono succedute una serie di norme il cui combinato disposto rischia di essere letale per l’agricoltura di qualità e per la filiera della mozzarella di bufala campana Dop.”
Ci spieghi meglio
“Prima l’abrogazione dell’articolo 7 della legge 4 del 2011, che obbligava gli allevatori di bufale a comunicare la quantità di latte quotidianamente prodotta dal singolo capo. Poi la cancellazione della legge 205 del 2008 che imponeva opifici separati per le produzioni Dop e per quelle non Dop, con l’introduzione della generica, ed evidentemente interpretabile espressione, “aree di produzione” nello stesso stabilimento, ma “separate”.
In questo modo, nel caso del sequestro a cui si è fatto riferimento in questi giorni, il ritrovamento di ingenti quantità di cagliata extra Ue é divenuta solo una nota di colore. Se, invece, fosse stata in vigore la norma che approvammo all’unanimità nella scorsa legislatura, la detenzione di cagliata extra Ue, ucraina per esempio, sarebbe stato vietata e sanzionabile.
Così appare normale che importanti aziende che vantano contratti rilevanti con la gdo detengano e lavorino cagliate extra Ue mentre troppe partite di latte siano a rischio disdetta ed a prezzi stracciati!”
E per l’export agroalimentare italiano invece? Quali politiche sono state attivate?
“Di male in peggio: il governo ha messo in campo una straordinaria iniziativa di promozione del made in Italy sui mercati esteri sino alla promozione di un “segno distintivo nazionale”.
Anche questa operazione è orientata a promuovere all’estero la mozzarella fatta in Italia, distante dell’agricoltura italiana e con cagliata ucraina o, peggio, a valorizzare il concentrato di pomodoro cinese che, lavorato nel nostro Paese, sembra soltanto italiano.
La verità e’ che si persegue la strada della quantità e non della qualità. Un vicolo cieco che di certo non porta da nessuna parte. La nostra e’ l’agricoltura delle eccellenze, delle tradizioni non replicabili, dei prodotti che evocano luoghi inimitabili. Promuovere l’indistinta produzione facilmente delocalizzabile significa omologare un patrimonio esclusivo che il mondo ci invidia”.
Tornando alla mozzarella hanno dunque ragione quei trasformatori che sono fuori dal Consorzio e non sono interessati al marchio Dop?
“No, quei produttori che hanno reso grande la mozzarella di bufala e sono fuori dal consorzio, per quanto li comprenda, non possono aver ragione. Sarebbe una resa all’individualismo: l’Europa, i mercati internazionali si affrontano con filiere ed aggregazioni, con disciplinari ferrei e controlli, con un sistema di qualità che rende un intero territorio protagonista e vincente. Subito tracciabilitá del latte, senza se e senza ma. Subito misure per evitare intermediari e raccoglitori di latte di bufala, per obbligare ad opifici separati quei trasformatori che si ostinano a utilizzare latte vario e cagliate d’ogni parte del mondo e soprattutto il consorzio si costituisca subito parte civile contro ogni allevatore e trasformatore che infanga il marchio mozzarella di bufala campana Dop e turlupina il consumatore!”