Sesta vittoria consecutiva del Napoli che batte il Cagliari 2-0 e rimane da solo in testa alla classifica a punteggio pieno.
Il divario tra le due squadre è troppo netto perché il risultato possa essere messo in qualche modo in discussione.
Il Cagliari punta a una gara difensiva e spera con le barricate di frenare gli azzurri e portare via un punto dal Maradona.
Spalletti conferma la squadra che ha vinto giovedì a Genova con la Sampdoria, con la sola eccezione di Politano che prende il posto di Lozano.
Il Cagliari ha bisogno di punti e Mazzarri, per non lasciare il minimo spazio disponibile agli attacchi veloci degli azzurri, si copre in maniera estrema, schierando a inizio partita un 4-4-1-1 inedito, che lascia il solo Joao Pedro in proiezione offensiva e piazza tutti gli altri calciatori rossoblù a protezione della loro area di rigore.
I calcoli dell’ex tecnico del Napoli, però, vanno gambe all’aria quasi subito perché dopo soli dieci minuti il bunker che Mazzarri aveva predisposto salta per un gol di Osimhen che sfrutta da breve distanza e devia in rete un rasoterra da destra di Zielinski lanciato sul filo del fuorigioco da Anguissa.
Il Cagliari nonostante lo svantaggio non modifica in maniera sostanziale la sua tattica di gioco. E’ evidente il tentativo dei sardi di contenere lo svantaggio per sperare di potersi poi giocare il tutto per tutto nella fase finale della partita.
Il Napoli, che continua ad esercitare un predominio costante nel gioco, a sua volta non ha fretta e non accelera in maniera visibile le proprie azioni, aspettando che siano gli avversari a scoprirsi per poi tentare di punirli con le ripartenze veloci.
Dopo soli 12′ nella ripresa gli azzurri trovano il gol del raddoppio grazie ancora una volta a Osimhen che con una caparbia azione di sfondamento costringe Godin a falciarlo in area.
Insigne trasforma il rigore con un tiro centrale. (ANSA).
Luciano Spalletti ha parlato ai microfoni di DAZN: “Abbiamo già perso negli anni passati e già contro il Benevento in amichevole. Ogni volta che indossiamo la maglia del Napoli la dobbiamo onorare. Questo è l’aspetto negativo. Poi è chiaro che dobbiamo chiudere prima le partite. Diciamo pure che abbiamo occupato gli spazi bene. I millesimi e il condominio? Ciro Ferrara ha la villa, non abita in un condominio (sorride, ndr). Ho un bel panorama rispetto alle altre? Dobbiamo ancora crescere. Abbiamo fatto una buona partita perché l’abbiamo sempre gestita, senza andare alla ricerca di qualcosa di forzato. Se l’avessimo chiusa prima sarebbe stato meglio. La gente si aspetta tanto. Quando prendi un tiro in porta o un gol, quando c’è da crescere ancora come mentalità, bisogna vedere come si reagisce. Dobbiamo essere coscienti di quelli che siamo, restando sul pezzo. Ci sono squadre che possono fare tanti punti, come ne abbiamo fatti noi in questo momento qui”.
“Anguissa? Hanno tutti la capacità della lotta e della resistenza in Inghilterra. Probabilmente in Italia si fanno altre scelte e qui è sembrato più evidente. Anguissa parla del contorno della sua posizione nell’intervallo. Anguissa è forte, intelligente e tenerissimo. Ha fatto subito amicizia con tutto il gruppo. Chi non si sente titolare ad entrare a gara in corso non può fare il titolare nemmeno all’inizio, significa che bisogna lavorare per il gruppo. Se uno non ce la fa si deve far aiutare dai compagni. Il titolare del secondo tempo, di 5 o 10 minuti, ti cambia la partita. ‘Sono tuo amico se mi dai la maglia da titolare’ è un concetto sbagliato. Si giocano tante partite, quella di giovedì, quella di domenica. C’era da far tirare la carretta a qualcuno per entrare in condizione. Non c’era l’urgenza di fare turnover”.
“Ci sono squadre che devono entrare in forma, un po’ anche noi. Si è giocato ogni due giorni e mezzo. Giovedì siamo in campo poi domenica c’è la Fiorentina. Servono calciatori che si sono allenati bene. I due anni di stop mi hanno fatto bene? Le motivazioni… a 63 anni, sono stato un calciatore scarso e sono un allenatore scarso, ma mi sono sempre fatto il mazzo. Divento una belva quando vedo l’atteggiamento sbagliato. L’ho detto anche ai miei ragazzi”, ha concluso Spalletti