La IV sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli ha condannato a 30 anni di reclusione Vincenzo Lo Presto, 43 anni, marito di Fortuna Bellisario, uccisa a Napoli, il 7 marzo 2019, secondo l’accusa a causa delle conseguenze innescate dai colpi inferti con una stampella dal consorte, dopo l’ennesima lite per motivi di gelosia.
Il sostituto procuratore generale Maria Di Addea, nell’udienza dello scorso 13 luglio, aveva chiesto l’ergastolo.
In primo grado Lo Presto venne condannato a 10 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.
La Procura, successivamente, decise di inasprire l’ipotesi di reato in omicidio volontario, oggi riconosciuto sussistente dai giudici di secondo grado.
La decisione è giunta dopo l’arringa dell’avvocato Sergio Simpatico, legale di Lo Presto (che aveva chiesto il rito abbreviato, ndr) il quale, durante la discussione ha, tra l’altro, puntato il dito sulla “macroscopica violazione del diritto alla difesa” di cui sarebbe stato vittima il suo cliente, afflitto da importanti problemi di salute.
L’imputato era collegato in video conferenza dal carcere. Le motivazioni saranno rese entro 90 giorni. Presente in aula e visibilmente commossa la sorella gemella di Fortuna, Rita Bellisario. L’avvocato Simpatico ha annunciato il ricorso in Cassazione.
Soddisfatti gli avvocati di parte civile: il professore e avvocato Elio Palombi, in rappresentanza di Patrizia Manzo, mamma di Fortuna, l’avvocato Manuela Palombi, legale Rita Bellisario, sorella della vittima; l’avvocato Marco Muggione, in rappresentanza di Salvatore Bellisario, padre di Fortuna, l’avvocato Rosario Cristiano, nominato dal tutore dei tre figli della coppia e l’avvocato Lucia Perruna, legale del fratello di Fortuna.
(ANSA).