Il direttore sanitario dell’ospedale di Nola (Napoli), Andrea De Stefano, il responsabile del pronto soccorso, Andrea Manzi, ed il responsabile della medicina d’urgenza, Felice Avella, sono stati sospesi dal servizio in attesa dell’esito delle indagini interne per verificare le eventuali responsabilità della situazione che ha portato a sistemare due malati sul pavimento per prestare loro i primi soccorsi. Lo ha annunciato la responsabile dell’Asl Napoli 3 Sud, Antonietta Costantini.
“I tre medici sono stati sospesi perché c’è stato un difetto di comunicazione. Se avessero avvertito avremmo potuto mandare altre barelle, altri aiuti”. Lo ha detto la manager dell’Asl Napoli 3 sud, Antonietta Costantini, che sta supervisionando le verifiche disposte per accertare le eventuali responsabilità degli operatori dell’ospedale civile di Nola, dove tra sabato e domenica alcuni pazienti del pronto soccorso sono stati adagiati sul pavimento per la mancanza di lettighe e barelle dovute ad un iper afflusso di utenti. Per l’episodio sono stati sospesi tre medici, il direttore sanitario del nosocomio, Andreo de Stefano, ed i responsabili del pronto soccorso e della medicina d’urgenza, Andrea Manzi e Felice Avella. “Bisogna intervenire correttamente – ha aggiunto – il presidente della Regione De Luca non se l’è presa con i medici ma con i responsabili del presidio”. (ANSA).
Il presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca, che ieri ha convocato tutti i responsabili delle Asl e delle aziende ospedaliere della Campania, ha chiesto di ”avviare immediatamente le procedure di licenziamento dei responsabili del pronto Soccorso e del presidio ospedaliero di Nola” in riferimento alla situazione del nosocomio dove malati sono stati adagiati a terra in assenza di letti e barelle.
Spiega De Luca: ”L’eccezionale sovraffollamento verificatosi; l’afflusso di 500 pazienti in una sola nottata in un ospedale che dispone di 100 posti letto; le giornate festive che hanno di fatto sospeso le prestazioni dei medici di medicina generale da giovedì 5 gennaio alle 13; il blocco di una condotta idrica all’esterno del presidio a causa delle condizioni meteo, hanno determinato una situazione di straordinaria emergenza, che non giustifica tuttavia la inaccettabile e vergognosa situazione verificatasi, della quale peraltro nessuno è stato tempestivamente informato”.