Polizie Provinciali, organici sottodimensionati.

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Il personale delle Polizie Provinciali va rimpolpato, sia per dare risposte  alle aumentate esigenze di presidio e salvaguardia del territorio rurale, sia per non affievolire le attività di controllo delle specie problematiche in agricoltura, tradizionalmente compito degli Enti di area vasta. E’ quanto scrive l’AIPP (Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale) ai componenti della Commissione Agricoltura di Montecitorio e al ministro delle politiche agricole, sen. Teresa Bellanova.
“Finora , per dare risposta alle istanze di alcune Regioni ed associazioni agricole, in Parlamento (ed in particolare presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati) sono state proposte le più strampalate soluzioni a casaccio, come – alcuni mesi fa- quella di privatizzare parzialmente i compiti dei guardiacaccia pubblici, ovvero gli agenti delle polizie provinciali, in materia di controllo faunistico delle specie problematiche per l’agricoltura . In queste ultime settimane si è poi arrivati a proporre assunzioni di cacciatori a tempo determinato con oneri a carico delle Regioni”.
Attualmente l’art. 19 della legge venatoria statale 157/92 affida in primis agli agenti provinciali i compiti di controllo straordinario (nei periodi e nelle zone di divieto venatorio ) degli esemplari di specie che arrecano danni alle produzioni agricole, tipicamente il cinghiale.
Ma l’eventuale  rafforzamento dei questi interventi deve passare attraverso un incremento degli organici di quegli agenti delle Province e delle Città Metropolitane che sono istituzionalmente destinati ai compiti di vigilanza ittico-venatoria e di controllo faunistico.
Dopo il susseguirsi, nella scorsa legislatura,  di norme confuse e contraddittorie  (Legge “Delrio 56/2014, riforma “Madia” 124/2015, legge di Bilancio 2015),  il personale delle Polizie Provinciali  è stato duramente coinvolto  dai tagli dei bilanci agli Enti di area vasta, da un lungo blocco del turnover e da una quota di mobilità  forzata verso altre pubbliche amministrazioni, passando da 2.700 effettivi a circa 1.900 nel giro di cinque anni.
Tuttavia l’ultimo emendamento del Relatore alla proposta di legge n. 982 (Gallinella ed altri) , presentato alla Commissione Agricoltura di Montecitorio lo scorso 22 ottobre, che immagina di istituire un precariato dei controllori faunistici in capo alle Regioni, con contratti di durata annuale,   è una trovata tecnicamente inaccettabile , poiché l’impiego di carabine in aree delicate, come quelle attigue ad abitazioni, infrastrutture viarie e luoghi di lavoro, richiede il ruolo professionale e primario (se non esclusivo) di personale di polizia localespecializzato e responsabile, che non può essere surrogato da chi  potrebbe svolgere tali compiti con poche ore di “formazione” o con scopi ludici.
Se il personale di Polizia Provinciale è divenuto insufficiente, si diano risorse agli Enti di area vasta per bandire nuovi concorsi, spiega l’AIPP (Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale), rimuovendo gli ostacoli di bilancio e i laccioli giuridici che hanno impedito di bandire nuovi concorsi per garantire il necessario turnover.    Ne gioverebbe anche l’aapplicazione di tutte le disposizioni statali e regionali a tutela dei beni naturali ed ambientali,—–
Associazione Italiana Agenti ed Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP)

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