Matthew Herbert protagonista del week end al festival Pomigliano Jazz, con due progetti: un dj set esclusivo sabato 29 luglio e un inedito concerto con l’Orchestra Napoletana di Jazz il 30 luglio. Entrambe le esibizioni si terranno al Parco delle Acque di Pomigliano d’Arco (NA), ingresso gratuito.
Musicista, compositore, produttore discografico e dj inglese classe 1972, Herbert incentra il suo singolare stile sulla perlustrazione più radicale del suono, una ricerca che travalica decisamente ogni confine di genere. Attraverso questo suo modus operandi è capace di creare architetture sonore ipnotiche e sbalorditive, grazie a un fantasioso utilizzo del sampler.
Un manifesto del suo essere caleidoscopico e particolarmente estroso è rappresentato da un album del 1997, intitolato The Music of Sound, in cui assembla suoni provenienti da centri commerciali, sottopassaggi, aeroporti, bar affollati e oggetti vari. Un altro brillante manifesto della sua sconfinata e fervida fantasia è riconducibile a un disco dal titolo Nude – The Perfect Body. Per realizzare questo lavoro ha messo una persona nuda in una stanza, per tre giorni, registrando in audio tutte le sue attività quotidiane, comprese quelle fisiologiche. Di recente ha partorito un nuovo progetto, proprio con la sua big band, che intende essere foriero della protesta contro Brexit. La prima data è stata programmata appunto in Inghilterra, contestualmente all’approvazione dell’articolo 50. Successivamente si terranno una sfilza di concerti, sessioni di registrazione e workshop in Europa, con l’obiettivo di realizzare un disco che sarà prodotto ufficialmente nel giorno in cui la Gran Bretagna abbandonerà definitivamente l’Unione Europea nel 2019.
Matthew Herbert è un personaggio a dir poco stravagante, trasversale, un artista che segue imperterrito la sua direzione senza mai assoggettarsi alle logiche commerciali del momento.
Dopo il debutto al Pomigliano Jazz in trio con Enrico Rava e Giovanni Guidi che ha inaugurato la XXII edizione del festival ai conetti vulcanici di Pollena sul versante settentrionale del Monte Somma, il poliedrico producer britannico sarà protagonista assoluto in consolle sabato 29 luglio in una serata dedicata alle sonorità contemporanee ed elettroniche. Prima di lui in scena dalle 21 il quintetto di Alessandro Tedesco e Pino Melfi con ospite la cantante Ileana Mottola – che presenta l’ultimo lavoro “Jack&Rozz”, ovvero i classici del rock riletti in chiave jazz: Hendrix, Rolling Stones, Nirvana e Led Zeppelin su tutti – seguito dalle “rapsodie electrofisiche” del trio Loredana Antonelli, Marco Messina (99 Posse) e Sacha Ricci, con ospite Gianni Valentino.
Domenica 30, invece, eccolo in scena con l’Orchestra Napoletana di Jazz, ensemble composto da alcuni tra i migliori jazzisti campani, diretto da Mario Raja, arrangiatore e compositore fra i più noti e apprezzati in Italia. L’ONJ nel corso degli anni ha dato vita a spettacoli differenti con grandi ospiti internazionali, da Joe Lovano a Richard Galliano, da Archie Shepp a Randy Weston e Arto Lindsay, fino al più recenti live con Enzo Avitabile e James Senese. In occasione di questo nuovo concerto esclusivo per il festival ideato e diretto da Onofrio Piccolo, l’Orchestra Napoletana di Jazz incontra un guru assoluto dell’elettronica europea. Il compositore, producer e dj inglese – noto anche come Doctor Rockit, Radio Boy, Transformer, Mr. Vertigo o Wishmountain – duetterà/dialoghera con l’orchestra campionando suoni, note, assoli e rielaborando gran parte delle composizioni. In scaletta, oltre a brani dello stesso Herbert riletti in chiave partenopea come “The Audience” e “Simple Mind” (dove verranno stropicciati e campionati giornali e quotidiani di destra), anche incursioni nella tradizione napoletana. “Mercato” di Raffaele Viviani, con ortaggi e verdure dell’orto vesuviano usati per produrre suono, attraverso le elaborazione elettroniche di Matthew Herbert. “Little Italy” di Tullio De Piscopo riletta in una versione con 2 batterie: on stage anche il drummer danese Espen Laub von Lillienskjold. Una versione anglo-napoletana di “Chi tene o mare” di Pino Daniele, cantata dalla vocalist inglese Rahel Debebe-Dessalegne (bassista e voce del gruppo multietnico Hejira, oltre che collaboratrice dello stesso Herbert).
Sul palco:
Mario Raja direttore,
Matthew Herbert elettronica,
Rahel Debebe-Dessalegne voce,
Matteo Franza, Gianfranco Campagnoli, Mauro Seraponte e Giuseppe Fiscale alla tromba,
Alessandro Tedesco, Lello Carotenuto, Franco Izzo, Antonio Di Somma al trombone,
Enzo Anastasio, Pasquale Ambrosio e Marco Zurzolo al sax contralto,
Giulio Martino e Enzo Nini al sax tenore,
Nicola Rando al sax baritono,
Francesco Nastro pianoforte,
Giovanni Francesca alla chitarra,
Emiliano De Luca al contrabasso,
Giuseppe La Pusata e Espen Laub von Lillienskjold batteria.
Per info: www.pomiglianojazz.com