“Questa mattina a Pompei è stata presentata alla stampa la scoperta avvenuta nell’ambito delle attività connesse alla ristrutturazione degli edifici demaniali previsti dal Grande progetto Pompei, nell’area di San Paolino, non lontano da Porta Stabia, uno degli accessi all’antica città.
Il gruppo di archeologi che sta effettuando le operazioni di scavo ha ottenuto un brillante risultato, di pregio storico e scientifico, conseguendo la scoperta di una tomba monumentale in marmo con la più lunga epigrafe funeraria finora ritrovata.
Il gruppo di studiosi ha ritrovato nell’area anche le tracce ben leggibili del passaggio di una carovana al di sopra dello strato di oltre due metri di lapillo che copriva questa porzione della città antica, correlate al rinvenimento, avvenuto a distanza ravvicinata, di alcuni scheletri ad una quota più alta rispetto ai piani di frequentazione romani.
A coordinare le attività di scavo Fabio Galiandro, funzionario della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei diretta dal Soprintendente Massimo Osanna. Pasqualina Buondonno, nativa di Castellammare di Stabia, cittadina di Giuseppe Vesuviano, e Maria Vallifuoco, napoletana, invece, le archeologhe che hanno svolto le attività di assistenza agli scavi, effettuando lo storico ritrovamento”.
La ristrutturazione degli edifici demaniali negli Scavi di Pompei ha portato gli archeologi a una scoperta straordinaria: una tomba monumentale che, molto probabilmente, è appartenuta a un impresario di spettacoli di gladiatori nell’antica città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Morto un anno prima dell’esplosione del vulcano, il notabile fu seppellito nell’area della Pompei denominata San Paolino. Per la sua fama e la sua ricchezza gli fu dedicata una lunga epigrafe su marmo che ora emerge dal terreno e rivela aspetti della storia pompeiana e, quasi sicuramente, il nome dell’uomo sepolto. Potrebbe trattarsi di Gneo Alleo Nigidio Maio, che il popolo soprannominò “principe” della colonia, in segno di gratitudine per i favolosi spettacoli che organizzava.
Nel nuovo sorprendente scavo, gli studiosi hanno rilevato per la prima volta tracce dei pompeiani in fuga dall’eruzione. “Sono visibili le striature lasciate da una carovana al di sopra dello strato di due metri di lapillo”. (ANSA)