Dopo Paolo Ruffini, vincitore dell’edizione 2018 del Premio “Penisola Sorrentina” per il Teatro, si lavora per individuare il vincitore del riconoscimento per il 2019. L’evento sarà presentato in autunno all’Eliseo di Roma e a coordinare la sezione teatro del prestigioso riconoscimento sarà, per il secondo anno consecutivo, Luca Barbareschi.
“È un riconoscimento pensato come un viaggio nel teatro contemporaneo, evocando un paesaggio culturale ricco di eventi e tensioni, scansando astratte pretese di completezza e rigide barriere disciplinari”, afferma Mario Esposito patron del Premio”Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, che anche quest’anno tra le sue sezioni annovera il teatro.
“Barbareschi è un indomabile innamorato del teatro. Un amore intenso, quasi folle da risultare indigesto”, afferma Esposito. “Luca porta in teatro, accanto alla grande conoscenza, uno spirito concreto e pragmatico che gli viene anche dalla esperienza di produzione cinematografica. Se pensiamo, ad esempio, al recente successo di “Io sono Mia”, prodotto da Eliseo cinema ed interpretato da una magnifica Serena Rossi, si riesce a comprendere appieno la vision di Barbareschi di una cultura intesa come avventura e come occasione di bene, di sogno, di esempio, di memoria, in un mondo in cui incomprensione, disprezzo, dimenticanza e maldicenza sono di casa”.
A vincere il Premio “Penisola Sorrentina” per il teatro, nell’edizione 2018 è stato Paolo Ruffini con lo spettacolo “Up&Down”, messo in scena insieme a cinque ragazzi affetti dalla sindrome di Down ed un autistico.
“Non è stato un premio che ha voluto riconoscere l’aspetto sentimentale dello spettacolo di Paolo Ruffini”, spiega Mario Esposito. “Paolo Ruffini si è imposto non per il sentimento ma per l’intelligenza della sua opera teatrale, che è diventata poi anche cinematografica”.
È quindi lo scontro tra la normalità e la diversità, che evidenzia quanto possa essere più normale la diversità e come sia diversa quella condizione che noi siamo abituati a considerare “normale”.
“Credo che il teatro sia un mondo migliore del nostro, nel senso che quando si aprono magicamente le tende e si entra in una platea si ha l’impressione di entrare in un mondo che ha un tessuto sociale anche migliore del nostro. Nel mio caso Up&Down è uno spettacolo teatrale che la differenza non la spiana ma la evidenzia nel senso che in teatro non siamo tutti uguali, ma siamo tutti diversi. E se su quella diversità si getta un faro, quella diversità può diventare anche una risorsa, un’occasione per sognare, per emozionarsi. Poi – come ho raccontato nel film ispirato alla mia esperienza teatrale – la vita di per sé non è normale e che le cose più belle non lo sono. Non esiste uno spettacolo normale, non esiste un teatro normale, non esiste un sogno normale”, dichiara Paolo Ruffini.
Il Teatro che l’Eliseo intende proporre e premiare è dunque quello della mente e del cuore che, anche se non estingue tutte le inquietudini umane, può aiutare molti uomini a sopportare l’angoscioso senso di precarietà dell’esistenza. Un teatro visto e vissuto dall’interno e dall’esterno, in una sintesi straordinariamente innovativa.
Ai primi di autunno a Roma sarà proclamato ufficialmente in conferenza stampa il vincitore dell’edizione 2019, ma già è in corso negli studi di via Nazionale e nei diversi uffici e redazioni lo studio del “totonomi” , da cui sarà individuato il protagonista che nella splendida cornice costiera di Piano di Sorrento (perla del turismo culturale del golfo di Napoli) ritirerà a fine ottobre la statuetta-cammeo del “Penisola Sorrentina”.