Un presidio di lavoratori della società Orefice, con stabilimento a Pascarola, area industriale di Caivano (Napoli), si è tenuto alla Prefettura di Caserta; c’erano anche sindacalisti e dipendenti di altre aziende del territorio, come Softlab, Jabil e Whirlpool.
La vicenda riguarda 23 lavoratori licenziati quindici mesi fa dalla multinazionale Jabil di Marcianise ed assunti dalla società sarda Orefice (produce generatori elettrici), per i quali l’azienda ha disposto il trasferimento a Sestu (Cagliari).
Orefice aveva aderito ad inizio 2020 al programma di reimpiego e reindustrializzazione della Jabil, in crisi produttiva, assumendone alcuni addetti e venendo per questo pagata dalla stessa Jabil (80mila euro a lavoratore).
L’impegno assunto da Orefice era di aprire uno stabilimento nei pressi di Marcianise e avviare entro poco tempo una produzione. Il sito è stato aperto a Pascarola, a pochi chilometri dallo stabilimento Jabil, ma la produzione, dicono i sindacati, non è partita, e qualche giorno fa è arrivata la doccia fredda del trasferimento in Sardegna.
“Abbiamo chiesto al prefetto di Caserta Raffaele Ruberto – dice Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta – di sollecitare un incontro al Ministero dello sviluppo economico, che ha il dovere di richiamare Orefice al rispetto degli impegni assunti”. Arrabbiati i lavoratori. “Non abbiamo prodotto nulla, a che è servito lasciare Jabil e farci assumere da Orefice?” dice un addetto. Nei prossimi giorni la mobilitazione continuerà. (ANSA).