Il grande successo della Giornata Mondiale della psoriasi ha contribuito a squarciare ulteriormente quel velo di isolamento e solitudine che tanta sofferenza provoca nei pazienti affetti dalla malattia, vittime anche della non conoscenza e dei pregiudizi che da sempre circondano i malati di psoriasi.
E’ per questo motivo che venerdì 25 novembre, dalle 9.00 alle 14.00 presso l’U.O. di Clinica Dermatologica della Seconda Università degli Studi di Napoli, Edificio 9C, al primo piano, avrà luogo un nuovo OPEN DAY dedicato a visite, controlli e colloqui informativi. Tutto questo perché chi soffre di psoriasi o sospetta di presentare i sintomi della malattia possa informarsi e curarsi nella maniera piu’ adeguata, senza sentirsi solo e disorientato. Durante l’OPEN DAY, infatti, un team di esperti sarà a completa disposizione del pubblico, non solo per le visite, ma anche per dare ai pazienti delle figure di riferimento che oltre a gestire la complessità della malattia e prescrivere la terapia farmacologica possano comprendere ed accogliere il bisogno di ascolto dei pazienti.
“Contrariamente a quanto si pensava fino a qualche decennio fa – afferma la Prof.ssa Ada Lo Schiavo, Docente di Dermatologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, Responsabile del Centro regionale terapia psoriasi con farmaci biologici SUN – la psoriasi non è una malattia solo della pelle, e da recenti indagini risulta che i pazienti che ne sono affetti spesso non si curano o si curano in maniera inadeguata. Ciò porta ad un peggioramento delle comorbidità frequentemente associate alla malattia, come l’artrite, che ha andamento evolutivo, ingravescente e spesso invalidante, oppure le patologie cardiovascolari, il diabete e la depressione, soprattutto in caso di una psoriasi grave non trattata. Forse ancor più importante da considerare è la severa riduzione della qualità di vita determinata dalla psoriasi, anche per forme lievi, a causa del prurito, della visibilità della malattia e della frequente repulsione sociale vissuta dai malati.
Studi recenti invece, dimostrano che una terapia mirata e intrapresa per tempo è in grado di controllare non solo le manifestazioni cutanee causa di gravi disagi ,ma anche le gravi comorbidità associate, bloccandone l’evoluzione nel tempo. Infine, per avvicinare il paziente psoriasico, spesso scoraggiato, a cure adeguate, è importante fare tanta informazione ed “aprire le porte” delle strutture perchè possano diventare così degli importanti punti di riferimento sul territorio che ‘prendano in carico’ il paziente a 360 gradi.”