Reddito di cittadinanza al via. Con l’approvazione della nota di aggiornamento del Def, con la quale il rapporto deficit/Pil è stato aumentato al 2,4%, possiamo dare ormai per certo che partirà dal 2019. Il governo, infatti, ha così le risorse a disposizione per introdurre il reddito di cittadinanza, e contemporaneamente riformare i centri per l’impiego, la Legge Fornero e applicare la flat tax. Concentriamoci, però, sul reddito di cittadinanza lo strumento con cui l’esecutivo Conte intende dare un sostegno a tutti i cittadini che vivono in una condizione di povertà. Nel dettaglio chi avrà diritto al reddito di cittadinanza beneficerà di un contributo economico di 780 euro al mese, oltre a prendere parte a un progetto di reinserimento sociale e lavorativo, avviato dal centro per l’impiego, finalizzato alla ricerca di un posto di lavoro stabile. Progetto al quale sarà obbligatorio partecipare, oltre a dover dare la propria disponibilità a effettuare dei lavori utili alla comunità per almeno 8 ore a settimana. Chi non adempirà a questi doveri perderà il diritto al contributo economico. Per quanto riguarda i requisiti ne sapremo di più una volta che i lavori per la Legge di Bilancio 2019 prenderanno ufficialmente inizio. Per il momento, comunque, le ultime indiscrezioni ci dicono che il contributo sarà riservato ai soli italiani con reddito inferiore agli 8mila euro l’anno. Molto probabilmente, invece, rischiano di esserne esclusi coloro che possiedono un immobile di proprietà. Ovviamente non è ancora il momento di fare domanda per il reddito di cittadinanza, né tantomeno per prenotarsi. Secondo quanto dichiarato da Di Maio, infatti, il reddito di cittadinanza partirà da marzo 2019. Sarà da allora che ci si potrà iscrivere al centro per l’impiego per chiedere il riconoscimento di questo importante strumento per il contrasto alla povertà.
Potrebbe essere speso con il bancomat o tramite app il reddito di cittadinanza , una delle misure più attese della manovra, tra i punti chiave del contratto di governo tra Lega e M5S. La misura riguarderà 6 milioni e mezzo di persone che ora vivono sotto la soglia di povertà e per finanziarlo sono stati previsti 10 miliardi di euro. Mentre non si conoscono ancora i dettagli sulla platea dei beneficiari e sui requisti per l’erogazione, quel che è certo è che si partirà da gennaio con il rafforzamento dei centri per l’impego, mentre gli assegni, di 780 euro mensili, dovrebbero essere erogati a partire da marzo-aprile.
Per ottenere il reddito di cittadinanza, bisognerà sottostare ad alcuni requisiti: essere cittadini italiani, aver compiuto almeno 18 anni, essere disoccupati o percepire un reddito o pensione considerati al di sotto della soglia di povertà, iscriversi al centro per l’impiego, svolgere progetti di utilità sociale organizzati dal Comune di residenza per un massimo di 8 ore settimanali, e soprattutto accettare uno fra i primi tre lavori offerti dal centro per l’impiego. Dopo il rifiuto di tre offerte, infatti, i cittadini saranno esclusi dal sussidio. Chi vuole ottenere il reddito di cittadinanza, dovrà inoltre dimostrare di impiegare alcune ore al giorno alla ricerca di un lavoro.
E se è vero che le modalità e i requisiti per l’erogazione della misura non sono ancora stati fissati, (dal calcolo potrebbe essere esclusa la prima casa, come chiede il M5S) a svelare alcuni dettagli di come si spenderà il reddito di cittadinanza è stata il viceministro all’Economia dei 5Stelle, Laura Castelli, in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano. “Il progetto lo stiamo definendo assieme al team per la trasformazione digitale di Diego Piacentini e alla Banca mondiale” ha detto Castelli, spiegando che il reddito sarà erogato sotto forma di carta acquisti che i beneficiari potranno spendere per i beni di prima necessità, come alimenti e medicinali. Ma anche per pagare l’affitto.
“Ogni cittadino che ha diritto al reddito potrà adoperare la propria tessera bancomat e recarsi in un negozio – ha affermato Castelli -. Poniamo che debba comprare del pane: gli basterà dare il bancomat al fornaio, che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software, e scalerà la cifra dell’acquisto. Non ci sarà alcuno scambio di denaro: il negoziante riavrà dallo Stato in giornata la cifra spesa dal singolo cittadino, come già avviene ora con i normali acquisti. E le banche di acquirente e venditore non avranno visionato nulla”.
Per quanto riguarda i pagamenti che necessitano di bonifico bancario, come il versamento dell’affitto, Castelli ha spiegato che si potranno utilizzare sistemi di pagamento tramite app. Così facendo, ha precisato il viceministro all’Economia “potremo far sì che il reddito venga tutto destinato al consumo, e controllare il modo in cui viene speso. E così potremo anche garantire il pagamento dell’Iva”.
Inoltre “prevediamo di escludere alcuni circuiti da questo processo. Per capirci, nessuno potrà usare il bancomat per scommettere. Le tecnologie per i pagamenti sono già tutte disponibili. Mentre ci vorranno alcune settimane per incrociare le banche dati di Inps, centri per l’impiego, Comuni e centri di formazione”. Niente a che vedere, però con la social card per gli anziani. “E’ un metodo diverso – rimarca Castelli – nessuno avrà paura di sentirsi ghettizzato usando una carta riconoscibile, perché potrà adoperare il suo consueto tesserino bancomat”. (AdnKronos)