Un quadro recuperato e restaurato, la storia di un eroico medico dimenticato – il professor Michele Sarcone – le grandi epidemie che devastarono Napoli e il Sud nel Settecento: sono i temi dei quali si parlerà nel Museo delle Arti sanitarie. A offrire uno spunto per togliere dall’oblio Sarcone, il restauro di un dipinto coevo che ne restituisce le fattezze, ricollocato nel corner “Storia del contagio” del museo.
“Fu insigne per vasto e vario sapere/fu gloria e vanto delle mediche discipline/l’evo lo disse Ippocrate napoletano” si legge sulla lapide che ricorda Sarcone nel suo paese natale, Terlizzi. É considerato uno dei padri dell’epidemiologia, passione che nasceva da un immenso dolore: quando fu medico a Sessa Aurunca il vaiolo gli portò via i due figli. Una delle tante epidemie, in primis la “peste”, anche se col termine si indicava ogni tipo di contagio grave. Terribile fu la “peste” che Sarcone affrontò nel 1764, carneficina conosciuta come “la grande epidemia di febbri putride”.