Restiamo a casa, ma siamo 8 persone in 2 stanze, storie di ordinaria resistenza al coronavirus ai Quartieri Spagnoli.

Sanitization operation in the streets of the Quartieri Spagnoli of Naples, Italy, to stem the danger of contagion from Coronavirus, 19 march 2020 ANSA / CIRO FUSCO
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“E’ periodo difficile, in casa tutti insieme è bello stare un giorno, due, ma per mesi è proprio una cosa da esaurimento”.

La voce è quella di Angela, arriva da Napoli, dai Quartieri Spagnoli, dove vive con suo marito, sua madre e i suoi cinque figli.
In otto “in due stanze, cucina e bagno”, spiega la donna che però non si fascia la testa. “Io comunque mi considero fortunata – dice – perché c’è gente che non ha una casa o vive in condizioni pessime, meglio stare stretti ma avere un tetto. Poi di solito tutti escono al mattino, vanno al lavoro o a scuola, ora, certo, è un po’ più difficile”.

Già, perché il marito di Angela “fa il barista – spiega la donna – ma il bar è chiuso, come pure il mio primo figlio, che ha 21 anni, sta imparando a fare il pizzaiolo e lavora in una pizzeria anch’essa chiusa ora. Poi c’è mia figlia di 18 anni, la piccola di 9 anni oltre ai due gemelli 15enni, fanno tutti scuola online sui cellulari. Solo la piccola va a farla a casa di una compagna di classe che abita qui vicino”.
E così la vita degli otto membri della famiglia si svolge tutta in casa, tutti insieme: “Abbiamo paura – spiega Angela – io temo per la salute dei miei figli anche se so che questa malattia non è molto pericolosa per i giovani. Però esco solo per fare la spesa, prendere le cose necessarie e torno, spero che tutto questo passi al più presto, sono molto angosciata soprattutto quando sento di tutte quelle persone che muoiono per il virus”.

Il tempo passa in una condivisione complicata ma che a Napoli diventa anche “degustazione”: “Ora mia mamma – racconta Angela – sta dormendo, perché al mattino si sveglia molto presto. Invece i ragazzi senza scuola vogliono dormire di più, ma alla fine ci organizziamo, siamo una famiglia unita e passare tempo insieme è anche divertente. Mio figlio prepara le pizze, mia figlia fa i dolci. E’ bello, solo che a me alla fine tocca pulire tutto”.
La prende con un sorriso Angela che però ‘aspetta’ l’estate.
Un modo per sdrammatizzare e chiedere: “Ditemi voi una cosa, ma al mare si potrà andare? Non chiedo per me – dice ridendo – ma se aprono la spiaggia ci mando mio marito con tutti i figli, così mi godo un po’ di pace”. (ANSA)

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