“Io sono napoletano e sono consapevole del fatto che la mia città è impregnata di cultura.
Napoli è una delle grandi capitali culturali del mondo”.
Lo ha detto Gennaro Sangiuliano, che ha scelto la sua città natale per la prima uscita da ministro della Cultura.
Sangiuliano ha visitato la casa di Benedetto Croce e le sedi dell’Istituto italiano degli Studi storici e della Fondazione Croce a Palazzo Filomarino. Ad accompagnarlo nella visita, la presidente dell’Istituto, Marta Herling, e il presidente della Fondazione, Piero Craveri.
“Questo luogo per me assume un particolare significato – ha sottolineato il ministro – questa è la casa di Benedetto Croce, il più grande filosofo italiano del ‘900, ma io oserei dire uno dei più grandi filosofi europei e mondiali perché è tradotto in tantissime lingue ed è conosciuto in tutte le università del mondo. Croce è colui che testimoniò lo storicismo e l’idealismo”.
Sangiuliano, nel citare una frase di Croce riportata nel Profilo ideologico del Novecento italiano di Norberto Bobbio, ha detto: “Siamo tornati all’aria fresca contro la cappa opprimente del positivismo. Credo che questa frase sia di immensa attualità”.
Il ministro ha ricordato che “Croce dedicò la sua vita alla libertà degli individui, delle persone, Croce fa della libertà la cosa più importante, il bene primo di cui noi disponiamo. Certo la società e l’organizzazione sociale sono importanti, ma non dobbiamo dimenticare mai la libertà delle persone”. Una visita che cade in una giornata particolare in cui ricorre l’anniversario della Marcia su Roma.
“Per questo io sono qui oggi – ha evidenziato Sangiuliano – perché Croce fu il promotore, l’organizzatore del Manifesto degli intellettuali non fascisti, ma fu anche profondo anticomunista e polemizzò duramente con Togliatti. Secondo me, e forse non tutti saranno d’accordo, Croce è anche un testimone del pensiero liberal conservatore, ed io sono un conservatore universalmente noto: essere storicisti significa conservare il valore della storia perché la storia scorre e trasmette a noi il nostro essere e la nostra essenza”. (ANSA).