Due procedure d’infrazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi italiani potrebbero essere aperte dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia.
Lo ha comunicato la Commissione europea nella risposta ad una interrogazione presentata a settembre scorso dal portavoce eurodeputato Piernicola Pedicini e da altri due portavoce del M5s.
“Ad oggi (23 ottobre 2015) – è scritto nella risposta dell’organismo Ue – l’Italia non ha comunicato ufficialmente alla Commissione né il proprio programma nazionale in materia di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, ai sensi della direttiva 2011/70/Euratom, né la relazione nazionale sull’applicazione di tale direttiva.
I servizi della Commissione – viene precisato – hanno contattato le autorità italiane chiedendo chiarimenti sui tempi previsti per la presentazione del programma e della relazione e aspettano tali comunicazioni a breve.
Nel caso di mancata comunicazione, la Commissione prenderà le misure appropriate in conformità con il diritto dell’Ue e ciò potrebbe portare all’apertura di una procedura di infrazione.
Relativamente al contenuto dei programmi già comunicati, la Commissione ha fatto sapere che può chiedere chiarimenti e/o esprimere un parere e se, tali contenuti, non soddisfano i requisiti della direttiva prenderà in considerazione l’apertura di una procedura di infrazione”.
“Anche su un tema pericoloso e delicatissimo come quello della gestione dei rifiuti radioattivi – afferma Pedicini – il governo Renzi mostra il suo pressapochismo, la sua inefficienza e la sua confusione. Inoltre, c’è anche l’aggravante che la Sogin Spa, la società pubblica incaricata del decommissioning degli impianti nucleari, è in uno stato di sbando totale dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Riccardo Casale. Dimissioni non ordinarie – spiega il portavoce del M5s – ma molto inquietanti, visto che Casale ha parlato di illeciti penali e di una situazione che vedrebbe la Sogin travolta da un’inerzia operativa e da ritardi che hanno compromesso l’andamento delle attività, tra cui l’individuazione del deposito unico nazionale delle scorie radioattive.
Dunque – sottolinea Pedicini – un altro pasticcio inaccettabile delle malefatte del governo Renzi, però su una questione di interesse nazionale che investe la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Una situazione, – continua il portavoce pentastellato – che genera apprensione tra le popolazioni residenti nelle zone dove ci sono impianti nucleari attivi o dismessi o dove si ipotizza che potrebbe essere realizzato il deposito unico nazionale delle scorie. Le due procedure di infrazione che la Commissione europea si appresterebbe ad aprire conclude Pedicini – confermano, qualora ce ne fosse bisogno, che le nostre denunce sono drammaticamente vere. Purtroppo, però, a pagare saranno sempre i cittadini e non i reali responsabili delle inadempienze”.