Sogni Incubi Deliri, rassegna cinematografica a Casa Morra dal 14 ottobre.

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SOGNI INCUBI DELIRI

La prima rassegna cinematografica dagli Archivi Mario Franco

a cura di Mario Franco

Casa Morra. Archivio D’arte Contemporanea

Salita San Raffaele 20 c, Napoli

14 ottobre – 23 novembre 2017

Inaugurazione: sabato 14 ottobre 2017, doppia proiezione ore 19.00 e ore 22.00

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, nell’ambito di PROGETTO XXI (ed. 2017, Itinerari del Contemporaneo e Confronti) presenta SOGNI INCUBI DELIRI, la prima rassegna cinematografica dagli Archivi Mario Franco, a cura di Mario Franco, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Morra, presso la sede di Casa Morra. Archivio D’Arte Contemporanea in Salita San Raffaele 20 c, Napoli.

PROGETTO XXI è la piattaforma attraverso la quale la Fondazione Donnaregina esplora sia la produzione artistica emergente nel suo farsi pratico e teorico sia le pratiche artistiche più seminali degli ultimi decenni nella loro esemplare proposta metodologica, contribuendo alla produzione e alla diffusione di narrazioni e storiografie alternative del contemporaneo e alla definizione di una sistema regionale delle arti contemporanee basato sulla collaborazione e interscambio fra istituzioni pubbliche e private operanti in Regione Campania.

La rassegna cinematografica SOGNI INCUBI DELIRI si inaugura sabato 14 ottobre 2017 in occasione della XIII Giornata del Contemporaneo AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani) all’interno degli spazi di Casa Morra, Archivio d’Arte Contemporanea di Napoli, e prevede un programma di proiezioni articolato in 13 film di ricerca e d’autore, ogni mercoledì e giovedì fino al 23 novembre 2017. La serata inaugurale prevede una doppia proiezione alle ore 19.00 e alle ore 22.00.

Mario Franco ripercorre la storia del cinema tracciando l’interazione tra il mezzo cinematografico e le avanguardie storiche, ed inaugura la prima rassegna cinematografica dagli Archivi Mario Franco con un omaggio a David Lynch, regista che più di ogni altro ha indagato il mondo della percezione e dell’inconscio all’interno del cinema contemporaneo. La rassegna ripropone alcuni dei film di Lynch, in un articolato confronto con i più pertinenti capolavori sperimentali delle avanguardie storiche e del cinema underground.

Ingresso gratuito, 40 posti fino a riempimento sala.

Come uno speleologo, Lynch – regista ma anche sceneggiatore, produttore cinematografico, oltre che pittore, musicista, compositore, attore, montatore, scenografo – si interroga sull’orrore nascosto dietro la realtà apparente, indagando il lato oscuro dell’esistenza stessa. La sua predilezione per il mondo sotterraneo, i freaks e l’onirico lo avvicina, per atmosfere e intenti, al cinema d’avanguardia, che ha messo in discussione i codici cinematografici e le tecniche di narrazione abituali. I suoi film raccontano un universo di straordinaria intensità, in cui realtà e sogno, corpi e fantasmi s’intrecciano, evocando un’esperienza completamente visionaria, in cui il dato visivo e la logica narrativa vengono superati.

La nuova serie televisiva di Twin Peaks ha rinnovato l’interesse per David Lynch, un regista che ricorda come il cinema, anche in televisione, sia il più potente mezzo di indagine sugli elementi primari della visione, quali luce, tempo e (falso) movimento. Lynch porta a riconsiderare il fascino primario per la scoperta e lo svelamento dell’immagine-movimento, memore dell’astrattismo storico di maestri come Lazlo Moholy-Nagy e Oskar Fischinger negli anni Venti o di Peter Kubelka e Micheal Snow negli anni Sessanta. La deriva onirica, di evidente derivazione surrealista, gli ha consentito di realizzare un cinema che si estende ad altre arti e le ingloba, le ridefinisce e le ricrea, generando un cinema sinestetico, analogo del cosiddetto  Expanded Cinema, che “include varie modalità estetiche, molti ‘percorsi di conoscenza’, simultaneamente operativi” (G. Youngblood, Expanded Cinema, NewYork,1970). Un cinema oltre il come stesso, capace di potenziare le capacità sensoriali e di pensiero critico dello spettatore, oltrepassando la contrapposizione mente-corpo, emozione-conoscenza.

PROGRAMMA DELLE PROIEZIONI:

Sabato 14 ottobre, ore 19.00 e ore 22.00

MAYA DEREN

Una serata dedicata a Maya Deren, regista di origini ucraine attiva a New York, la cui pratica è considerata tra le più influenti della storia del cinema underground statunitense.

La selezione proposta include i suoi film più famosi: Meshes of the Afternoon (1943, 14 min), con Alexander Hamid e musiche di Teiji Itō; At Land (1944, 15 min); A Study in Choreography for Camera (1945, 4min); Ritual in Transfigured Time (1946, 15 min), collaborazione coreografica con Frank Westbrook, Rita Christiani e Anaïs Nin; Meditation on Violence (1948, 12 min), performance del maestro cinese di tai-chi Chao-li Chi su musiche cinesi e haitiane; The Very Eye of Night (1952-59, 15 min), con la Metropolitan Opera Ballet School e Antony Tudor, musiche di Teiji Itō.

Mercoledì 18 ottobre, ore 19.00

INLAND EMPIRE – L’IMPERO DELLA MENTE

David Lynch – USA/PL/FR, 2006 (172 min)

Un’esperienza sensoriale disturbante e sconvolgente nei meandri della mente di un attore che confonde la vita reale con quella del personaggio che sta interpretando.

Giovedì 19 ottobre, ore 19.00

L’ÂGE D’OR

Luis Buñuel – FR, 1930 (65 min)

Seconda collaborazione di Buñuel con l’artista Salvador Dalì, il film, censurato per parecchi anni, rappresenta una critica corrosiva al clericalismo, all’autoritarismo e alla repressione sessuale. Più politico del precedente Un Chien Andalou, in questo lungometraggio Buñuel traccia le linee programmatiche del suo cinema futuro, realizzando un film che non smette di intrigare e scandalizzare, soprattutto per l’ultima geniale sequenza che mette in relazione il credo cristiano con le aberrazioni sadiche.

Mercoledì 25 ottobre, ore 19.00

DUNE

David Lynch – USA, 1984 (104 min)

Tratto dalla fortunatissima saga fantasy di Frank Herbert, è la storia di una guerra stellare nell’anno 10191 per il dominio di Dune, un pianeta che produce una sostanza che allunga la vita. Tanti effetti speciali, e la partecipazione di divi come Sting, Max von Sydow, Silvana Mangano e l’attore feticcio del regista, Kyle MacLachlan, per l’unico kolossal di Lynch, di surreale bellezza, che fu realizzato al posto della versione originariamente concepita da Alejandro Jodorowsky.

Giovedì 26 ottobre, ore 19.00

MULHOLLAND DRIVE

David Lynch – FR/USA, 2001 (145 min)

Racconto onirico ed enigmatico, “una semplice storia d’amore nella città dei sogni”, secondo la definizione del regista, Mulholland Drive rappresenta un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni ’40 ed una aperta ostilità verso l’attuale star system hollywoodiano.

Mercoledì 2 novembre, ore 19.00

UNA STORIA VERA – THE STRAIGHT STORY

David Lynch – USA/FR, 1999 (111 min)

La storia vera del lungo viaggio di un uomo di 73 anni deciso a far visita al fratello a bordo di un vecchio e malandato trattore. Il regista dimostra di saper costruire e dirigere anche una storia realistica, lontana dai film visionari che lo hanno sempre contraddistinto.

Giovedì 3 novembre, ore 19.00

L’UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA – ČELOVEK S KINOAPPARATOM

Dziga Vertov – URSS, 1929 (70 min)

Il Futurismo russo in un film che descrive il risveglio e la vita di una grande città, passando da Mosca a Kiev a Odessa. Centrali elettriche, moto, cavalli, macchine, eventi sportivi, treni ed auto, matrimoni e funerali: all’interno di una sala cinematografica assistiamo al funzionamento del cinema stesso, che ferma la vita, coglie l’attimo, controlla il tempo e lo spazio. L’opera di Vertov è un manifesto teorico che si allontana dal documentario, dal teatro e dalla letteratura per avvicinarsi alla poesia e creare un linguaggio cinematografico universale. “L’occhio della cinepresa è più perfetto di quello dell’uomo. Il montaggio stabilisce rapporti altrimenti impercettibili”.

Mercoledì 8 novembre, ore 19.00

LA COQUILLE ET LE CLERGYMAN

Germaine Dulac – FR, 1928 (42 min)

Un prete ossessionato dalla sessualità femminile, in preda ad un vero e proprio delirio. Il film di Germaine Dulac (su sceneggiatura di Antonin Artaud) è cinema surrealista, costruito interamente sulla percezione onirica, sostenuta dall’uso di deformazioni dell’immagine ed accostamenti incongrui, e fu originariamente pensato dal suo sceneggiatore come attacco all’ipocrisia sociale. Al film sono abbinati due estratti dal Napoleon (1927) di Abel Gance e dalla Giovanna D’Arco (1928) di Carl Theodor Dreyer, dove si può ammirare la performance di Antonin Artaud attore.

Giovedì 9 novembre, ore 19.00

CUORE SELVAGGIO – WILD AT HEART

David Lynch – USA, 1990 (127 min)

Satira sarcastica, pop e iperrealista, premiata a Cannes con la Palma d’oro. Volutamente oltre le righe, la storia, tratta dal romanzo di Barry Clifford, vede i due protagonisti Sailor e Luna in fuga dopo che lui ha ucciso un sicario pagato dalla madre di lei. Nicolas Cage canta Love Me Tender di Elvis Presley, arrangiata da Angelo Badalamenti.

Mercoledì 15 novembre, ore 19.00

Velluto blu – Blue Velvet

David Lynch – USA, 1986 (120 min)

In una quieta cittadina della California un giovane trova un orecchio umano in un prato e lo porta alla polizia. Insieme a Sandy, figlia del poliziotto che conduce le indagini, inizia a investigare e presto i due scoprono che devono scavare nella vita di Dorothy Vallens, cantante di night, detta Velluto Blu, interpretata da Isabella Rossellini.

Giovedì 16 novembre, ore 19.00

THE ELEPHANT MAN

David Lynch – GB, 1980 (125 min)

Un povero essere mostruoso viene esibito come fenomeno da baraccone. Un medico lo libera e lo fa ricoverare in un ospedale. L’uomo elefante (realmente esistito, si chiamava John Merrick) riceverà anche l’omaggio dei reali d’Inghilterra, prima di morire.

Mercoledì 22 novembre 2017, proiezione ore 19.00

BRAKHAGE: METAFORE DELLA VISIONE

Jim Shedden – USA, 2004 (100 min)

Un sorprendente ritratto, diretto da Jim Shedden, che esplora la profondità e l’ampiezza del genio di Stan Brakhage, uno dei più importanti cineasti e teorici del cinema sperimentale americano. Attraverso interviste esclusive con familiari, collaboratori, critici e altri cineasti, ed estratti dei quasi 400 film realizzati in 50 anni di lavoro, Brakhage ci introduce nel suo metodo e nella differenza fra la visione dell’occhio umano e quella dell’occhio meccanico della cinepresa. Il programma si completa con uno degli ultimi film di Stan Brakhage: Thot – Fal’N.

Giovedì 23 novembre, ore 19.00

ERASERHEAD – LA MENTE CHE CANCELLA

David Lynch – USA, 1977 ( 90 min)

Esordio sperimentale, girato in bianco e nero, di Lynch, che descrive le allucinazioni, gli incubi e le vicende surreali e grottesche di un uomo pressoché minorato e della sua mostruosa progenie. Un ripugnante, amatissimo cult-movie.

Per informazioni:

Casa Morra. Archivio D’Arte Contemporanea – Il Gioco dell’Oca

Salita S. Raffele 20c, Napoli

T +39 081 5641655

info@fondazionemorra.org

www.fondazionemorra.org

 

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