Stop all’apertura di nuovi esercizi pubblici, Comitato Valori Collinari critico

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“Quando ne sono venuto a conoscenza, mi sono ricordato di un noto detto partenopeo che riguarda le vicende di una delle più belle chiese di Napoli: “Hanno fatto come a Santa Chiara: solo dopo che era stata saccheggiata, si decisero a installare sugli ingressi delle solide cancellate di ferro” ma evidentemente era troppo tardi perché le razzie all’interno della chiesa si erano oramai già consumate. Così, dopo che bar, ristoranti e pizzerie, hanno “saccheggiato” tutto il suolo pubblico possibile e immaginabile, costringendo i pedoni a delle vere e proprie gimcane per poter passeggiare sui marciapiedi e nelle isole pedonali, l’amministrazione comunale partenopea vara un provvedimento che blocca per i prossimi tre anni, non si sa ancora a partire da quale data, visto che in una delle 62 strade indicate, che fanno parte del centro Unesco, per la precisione nel tratto pedonalizzato di via Luca Giordano, sono in corso, in questi giorni, lavori per la trasformazione di un’antica profumeria in un’altra delle tante attività per la somministrazione di cibi e bevande, sorte come funghi nel quartiere Vomero “.

A criticare fortemente la delibera della Giunta Manfredi, è Gennaro Capodanno, presidente del comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, promotore di una petizione online per dire basta a “tavolino selvaggio”, che ha ottenuto ben 675 sottoscrizioni.

” Un provvedimento tardivo quanto inutile – sottolinea Capodanno – che andava varato anni addietro, prima della pandemia, quando la trasformazione di alcuni quartieri di Napoli, come il Vomero, in un grande fast food a cielo aperto era cominciata. Anche perché lascia del tutto inalterato il quadro devastante attualmente esistente, con la scomparsa di quasi tutte le attività artigianali e di numerose botteghe storiche a conduzione prevalentemente familiare mentre continua la proliferazione di gazebo e dehors, come è accaduto, in tempi recenti e solo per esemplificare, in piazza Immacolata, dove al posto delle giostrine per i bambini scomparse, sono arrivate le strutture, installate su suolo pubblico, di nuove attività del fast food “.

” Perché l’amministrazione comunale partenopea non ha varato prima questo provvedimento? Come mai si decide solo oggi quando risulta del tutto inutile, in quanto tardivo? Perché non è stato tutelato il centro Unesco, quando era ancora possibile, impedendo la proliferazione, oltre ogni limite, di “tavolino selvaggio”? “. Sono le domande che pone Capodanno, il quale auspica che la Magistratura inquirente voglia aprire un’indagine per fare chiarezza sull’intera vicenda.

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