Studenti del Righi a Boston, una bufala? Secondo Il Post sì.

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Era di due giorni fa la notizia, ripresa anche da Gazzetta di Napoli, dei tre studenti dell’ITIS Righi di Napoli, che avevano raggiunto la finale del contest di robotica Zero Robotics, organizzato dal MIT di Boston e dalla Nasa, e che per finanziare la trasferta dei tre studenti negli USA c’era stata una mobilitazione addirittura tripartisan, anzi multipartisan, i parlamentari ed i consiglieri regionali campani del Movimento 5 Stelle insieme al vicepremier Di Maio, il governatore Vincenzo De Luca e finanche la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che aveva già dato disposizioni al Prefetto di Napoli Pagano ed al Comandante della Divisione Interregionale Ogaden dei Carabinieri Generale Vittorio Tomasone. In più la Rai, per mezzo del Tg3 Campania, imprese come la Brembo e privati cittadini avevano dato la loro disponibilità a contribuire.

La notizia aveva avuto gran risalto sui media nazionali, stampa, radio, televisione e web.

Oggi il quotidiano online “Il Post” parla apertamente di bufala.

Secondo la ricostruzione, ci sarebbero state diverse segnalazioni da parte di studenti di altre scuole partecipanti al contest Zero Robotics, che avevano fatto presente che il team del Righi non si era qualificato per la finale, ma era solo arrrivato secondo nel turno preliminare ad ambito locale.

Non solo, essendo il concorso diviso per aree geografiche (Europa-Russia, Americhe e Australia), ovemai il Righi avesse raggiunto la finale non avrebbe dovuto volare a Boston (sede solo della finale dell’area americana) ma ad Alicante, in Spagna.

Cosa certificata dal Ministero dell’Istruzione che ha fatto le verifiche del caso.

A questo punto emergono due ordini di problemi: da un lato la dirigente scolastica ed i docenti del Righi che hanno diffuso informazioni non corrette e non si sono adoperati a correggerle quando queste informazioni sono state diffuse dai media, dall’altro i media stessi (noi di Gazzetta di Napoli inclusi) che si sono ciecamente fidati di quanto diffuso senza svolgere le verifiche del caso come corretta informazione richiederebbe.

A conclusione della vicenda, la dirigente scolastica del Righi ha dichiarato al Post che non ha ricevuto un centesimo e che non vuole soldi. Dando ovviamente la colpa ai media.

Che una colpa sì ce l’hanno (noi per primi, ribadiamo), quella di non aver fatto le verifiche del caso.

Cosa di cui naturalmente ci scusiamo con i nostri lettori.

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