Torna l’ora solare, alle 3 lancette indietro di un’ora.

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Torna l’ora solare. Come di consueto intorno alle 3 di domenica mattina sposteremo le lancette dell’orologio indietro di un’ora. Questo cambio ci permetterà di dormire 60 minuti in più nel weekend. Detta anche ora civile convenzionale, sarà in vigore per 5 mesi, fino a marzo, ovvero per tutto l’inverno. In questo modo, farà buio prima il pomeriggio ma la mattina si gode di più ore di luce.

Presto però l’Europa potrebbe dire addio al cambio dell’ora. Per il momento c’è solo l’annuncio del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che ha reso noto l’intenzione di Bruxelles di proporre l’abolizione in tutta l’Unione europea. Il percorso per eliminare il doppio passaggio da ora solare a ora legale e viceversa è solo all’inizio e prima di diventare effettivo sarà necessario il via libera del Parlamento europeo e dei capi di Stato e di governo dell’Unione.

In Italia l’ora legale è in vigore dal 1966. In precedenza era stata usata per la prima volta nel 1916. Dopo essere stata abolita e riconfermata diverse volte, è stata definitivamente adottata dal nostro Paese con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico aumentava di continuo. La direttiva 2000/84/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001 stabilisce che in tutti i Paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. Ma ora secondo la Commissione europea ogni Stato dovrebbe potere decidere se adottare o meno l’orario solare tutto l’anno oppure quello legale.

Secondo le stime preliminari registrate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 25 marzo 2018, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 554 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 205mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 290mila tonnellate. Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2018 è pari a circa 111 milioni di euro.

La possibilità che l’Unione europea metta mano alla regola che prevede l’obbligo di cambiare l’orario due volte all’anno potrebbe però essere vantaggioso per la salute. Il periodico cambio d’orario sembra incidere a livello del ritmo circadiano come “una sorta di mini jet-lag”, spiegava tempo fa all’AdnKronos Salute il neurologo Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Irccs San Raffaele Turro di Milano, docente dell’università Vita-Salute e membro della World Sleep Society.

IL SONDAGGIO – Per conoscere l’opinione degli italiani in merito al cambio di orario, la società di analisi e valutazioni economiche Izi ha effettuato un sondaggio intervistando un campione di oltre mille cittadini. L’80% degli intervistati si è detto favorevole al mantenimento dell’ora legale. Il campione di intervistati rispondendo poi alla domanda, “se, come da proposta della Commissione Europea, fosse adottato un solo orario per tutto l’anno quale preferirebbe?” si è diviso in parti pressoché uguali 54% a favore dell’ora legale 46% a favore dell’ora solare. (AdnKronos)

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