Insulti sono stati rivolti nei confronti dei due coniugi di San Giorgio a Cremano (Napoli), fermati nell’inchiesta su un traffico di armi con Iran e Libia, all’uscita dalla loro abitazione in piazza Tanucci. I due sono usciti dalla casa, a testa alta accennando a un sorriso prima di entrare nelle auto della Guardia di Finanza. Molti i curiosi presenti, tanti chiedevano informazioni su quanto accaduto. La donna è conosciuta a San Giorgio per il suo impegno politico negli anni ’90.
“Lui è ingegnere, in città non si vedevano mai”, spiega un uomo a chi chiede notizie sulla coppia. Molti, pur abitando a pochi metri dalla centralissima piazza, dicono di non conoscere o di non aver mai visto né sentito nulla dei due coniugi.
“Fino a tre anni fa la signora veniva a fare la spesa ma poi non si è piu’ vista”, racconta un negoziante in piazza. “Non sappiamo nulla, da poco lavoriamo in questo esercizio”, aggiunge un titolare di un ortofrutta.
Una fornitura di 13.950 M14, oltre a una eliambulanza convertibile ad uso militare, elicotteri di assalto sovietici MI-17, tre elicotteri Mangusta A129 e missili di vario genere: era una delle forniture, non andata in porto per ”cause indipendenti dalla loro volontà” destinate al governo provvisorio libico nel marzo 2015. E’ quanto emerge dai capi di imputazione contestati nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di armi condotta dalla Dda di Napoli. Tale accusa è contestata a Mario Di Leva, detto Jaafar dopo la conversione all’Islam, alla moglie Annamaria Fontana e ad Andrea Pardi, ‘amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri, tutti destinatari del provvedimento di fermo.
Il secondo capo di imputazione riguarda la fornitura di armamenti di produzione sovietica, tra cui missili anticarro e terra-aria: reato contestato alla coppia di coniugi e al libico Mohamud Alì Shaswish, latitante.
Il sindaco di San Giorgio a Cremano (Napoli), Giorgio Zinno, interviene con una nota in merito ai provvedimenti di fermo emessi nei confronti di Mario Di Leva e Annamaria Fontana con l’accusa di traffico internazionale di armi. “Voglio innanzitutto ringraziare la Dda di Napoli per la delicata indagine che ha condotto ed in particolar modo il nostro concittadino Catello Maresca. Ovviamente, si tratta di una vicenda che nessuna particolare ricaduta ha sul nostro territorio sotto il profilo della sicurezza e sono fiducioso che su questa incredibile storia si farà presto luce grazie all’operato dalla magistratura”.
“Personalmente – aggiunge – conosco molto poco la Fontana: so che era una ex amministratrice degli anni ’80/’90 e proprietaria di un ristorante nella nostra città, ma mai avrei immaginato che potesse essere implicata in una indagine del genere”. (ANSA).