La Campania è una delle regioni con uno dei più alti tassi di mortalità per tumore in Italia: circa 30.000 nuovi casi all’anno, di cui circa 3.500 al polmone. E’ quanto emerge dai dati aggiornati del registro Aiom-Airtum nel volume ‘I numeri del cancro in Italia 2018’. In questo quadro si inserisce la mobilità passiva, cioè la ‘fuga’ di pazienti oncologici fuori regione nella speranza di cure migliori. Con la nascita della Rete oncologica campana (Roc), la Regione punta a fornire un percorso assistenziale sempre più efficiente, organizzato e non dispersivo per il cittadino. “Nel cancro del polmone i dati 2016-2018 ci fanno dire che circa il 25% dei pazienti con diagnosi di cancro vanno a farsi curare fuori regione“, dichiara in una nota Vincenzo Montesarchio, direttore Uoc Oncologia generale Aorn dei Colli, plesso Monaldi di Napoli.
“Uno degli obiettivi principali della Rete oncologica campana – ricorda – è quello arginare questo flusso e dare una risposta adeguata ai bisogni dei pazienti in tutto il percorso diagnostico terapeutico, per far sì che questi non debbano farsi curare altrove”. La neonata Roc punta su innovazione, integrazione, efficienza e razionalizzazione delle strutture del territorio: la rete prevede un centro di coordinamento, una cabina di regia regionale e un nuovo software che permetterà di accettare in maniera rapida i pazienti nelle varie strutture ospedaliere e universitarie, e fornire risposte e assistenza in tempi rapidi e certi. L’azienda ospedaliera Aorn dei Colli si inserisce nella rete come Corp, cioè Centro di riferimento oncologico per la regione Campania. Le professionalità che la struttura metterà al servizio della rete afferiranno ai Gom (Gruppi oncologici disciplinari), nodi centrali della rete.
Il primo Gom attivato nell’Aorn dei Colli sarà quello del tumore al polmone, poiché storicamente l’Ospedale Monaldi “rappresenta un’eccellenza nazionale nella diagnosi e trattamento di questa neoplasia”, si legge nella nota. Il Gom di patologia neoplastica pleuropolmonare è per numero di pazienti il più grande d’Italia. Facciamo qualche esempio: in chirurgia toracica, la struttura registra più di 500 interventi l’anno, di cui il 90% sono per patologie neoplastiche. Per quanto riguarda l’uso di chirurgia mininvasiva Carlo Curcio, primario della Uoc di Chirurgia toracica, vanta il maggior numero di lobectomie praticate in Italia eseguite con questa metodica.
Quanto alle tecniche diagnostiche, l’ospedale conta su una medicina nucleare e una diagnostica per immagini di ultima generazione. Anche l’Anatomia patologica diretta da Pietro Micheli vanta l’uso delle più moderne tecniche di profilazione genomica, accompagnate a un’analisi morfologica di alto livello. Non mancano inoltre le figure che si occupano della gestione del paziente dal punto di vista psicologico e riabilitativo. “I Gruppi oncologici disciplinari sono le falangi armate della rete oncologica campana, cioè sono i gruppi di esperti che sul campo gestiscono i pazienti”, dichiara Danilo Rocco, responsabile e coordinatore del Gom di patologia neoplastica pleuropolmonare dell’Aorn dei Colli di Napoli.
Il Gom “ha il compito di profilare il percorso che il paziente dovrà fare all’interno dell’ospedale senza perdersi: in seguito alla prima visita il paziente esce dall’ospedale solo quando ha delle precise indicazioni per il prossimo futuro ed è consapevole di potere svolgere l’intero percorso diagnostico-terapeutico presso questa struttura”, continua Rocco. “Fino a qualche tempo fa la diagnosi di tumore al polmone, specialmente in stadio avanzato, era considerata una diagnosi piuttosto infausta – ricorda Rocco – ma negli ultimi 10 anni grazie alla terapia molecolare si è arrivati a definire per alcuni pazienti non solo la stadiazione fatta a livello clinico ma anche molecolare, permettendoci di intraprendere la giusta terapia. In seguito l’immunoterapia ha rivoluzionato la terapia di questa neoplasia. Questa metodica ‘sbriglia’ il sistema immunitario e ne rende possibile l’attacco al tumore”.
“Oggi – prosegue – sono disponibili diversi farmaci immunoterapici che nel tumore al polmone consentono di raggiungere risultati che fino a pochi anni fa erano insperabili, con meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia tradizionale. Questi farmaci hanno rivoluzionato la storia del tumore del polmone, e rappresentano un futuro molto più verde per l’aspettativa di vita di questi pazienti”. L’arma vincente per il medico è la diagnosi precoce: per favorire una diagnosi sempre più tempestiva, l’Aorn dei Colli ha organizzato di recente una serie di incontri per mettere in contatto gli specialisti di primo e secondo livello con i colleghi di medicina generale, con l’obiettivo di creare una sinergia sempre più forte, a beneficio del paziente. (AdnKronos)