La Corte di Assise di Napoli (presidente Cristiano) ha condannato a 16 anni di reclusione Vincenzo Garzia, il 47enne di Arzano (Napoli) arrestato dai carabinieri il 15 ottobre 2020 con l’accusa di avere aggredito e picchiato a morte la compagna, Lucia Caiazza, deceduta in ospedale il 14 maggio 2020, diversi giorni dopo le percosse. Il giudice ha deciso anche di concedere a ciascuna figlia una provvisionale di 30mila euro.
Infine, Garzia, dopo avere scontato la pena, dovrà essere sottoposto a tre anni di libertà vigilata.
Il sostituto procuratore di Napoli Nord Barbara Buonanno, che lo scorso 7 luglio, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto 20 anni di reclusione, dello scorso 7 luglio, ha contestato a Garzia l’omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi: la morte di Lucia, che aveva appena 52 anni, secondo quanto è emerso dall’autopsia, è stata determinata dalle botte – subìte senza fiatare – tra le mura di casa, tra il 4 e il 10 maggio 2020, quando il lockdown si stava avviando a conclusione.
Per le conseguenze di quelle violenze, secondo gli investigatori, Lucia, che non ha mai denunciato l’ex, fu costretta a recarsi in ospedale per forti dolori all’addome. Lì poi, malgrado le cure dei sanitari, morì.
Presenti, in aula, le due figlie della vittima, Sara e Rosa, rappresentate durante il processo dall’avvocato Sergio Pisani.
Le due donne, dopo la lettura della sentenza, sono scoppiate in un pianto liberatorio. (ANSA).