Nel cuore di Napoli, un terribile episodio ha scosso la città e catturato l’attenzione dell’opinione pubblica. Un uomo, Luigi Procopio, di 45 anni, è stato brutalmente assassinato in pieno giorno, nel centro urbano, sotto gli occhi attoniti e terrorizzati del suo figlio di undici anni. La scena del crimine si trova nella zona della Duchesca, un’area affollata di persone, dove la sicurezza dovrebbe essere una garanzia, ma quel giorno, il dramma si è consumato lasciando cicatrici indelebili nella memoria dei presenti. Questo evento tragico e spettacolare non può che lasciare un segno profondo, soprattutto sull’innocenza di un bambino costretto a confrontarsi con una violenza inspiegabile.
L’indagine su questo omicidio segnala ora un possibile colpevole. La polizia ha tratto in arresto a Milano un uomo di nome Antonio Amoroso, 37 anni, che è legato alla vittima da vincoli familiari acquisiti, essendo nipote della moglie di Procopio. Le investigazioni preliminari hanno suggerito che il movente del delitto possa essere ricondotto a un debito modesto, di appena 5.000 euro, al centro di un’inchiesta tuttora in corso per chiarire ogni dettaglio sulla natura della somma dovuta.
L’arresto di Amoroso è stato il risultato di un’operazione congiunta tra la Squadra Mobile di Napoli e quella di Milano, con il supporto tecnico del Servizio Centrale Operativo. L’uomo è stato localizzato in un appartamento nel capoluogo lombardo ed è attualmente sotto custodia conformemente a un decreto di fermo, sospettato di essere responsabile di un delitto.
Questo provvedimento è stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che sta coordinando meticolosamente le indagini. Il tragico evento del 30 settembre ha rappresentato l’apice di una serie di controversie personali aggravate dalla questione del debito mai saldato. Quel giorno, il presunto responsabile ha aperto il fuoco su Procopio, togliendogli la vita. La rabbia e l’ostilità che si celavano dietro il mancato pagamento di questa somma esigua evidenziano la tragedia di un’escalation di tensioni irreversibile. Amoroso non è nuovo alle aule di tribunale. Già il 6 aprile 2022, era stato arrestato dai carabinieri su mandato della procura di Napoli Nord per un tentato omicidio con arma da fuoco che aveva avuto luogo il 25 marzo dello stesso anno. La sua ex convivente era stata il bersaglio di questo attacco, fortunatamente senza riportare danni fisici, grazie al caso che un’imposta aveva deviato il proiettile.
Cruciale, in quell’occasione, era stata l’identificazione del colpevole attraverso i filmati delle telecamere di sorveglianza, che avevano ripreso Amoroso a bordo di uno scooter, assistito da un complice.
Il fratello di Antonio Amoroso, venne ucciso nel 2017 in un agguato di stampo camorristico nel corso del quale vennero esplosi oltre una decina di colpi di arma da fuoco: si chiamava Eduardo Amoroso, aveva 52 anni, e venne assassinato insieme con Salvatore Dragonetti, 44 anni, entrambi ritenuti affiliati al Clan Mazzarella e legati alla famiglia Giuliano. Il duplice omicidio si verificò in vico Pergola, nel quartiere Vicaria, a Napoli.
Il fermo del presunto killer di Luigi Procopio, secondo il procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, “è l’ennesima risposta a chi tende a paragonare Napoli a un Paese sudamericano, in modo dispregiativo”. “Io dico: intanto fatevi un giro in alcuni Paesi e città del Sudamerica e poi tornate a Napoli e rifatevi la stessa domanda. Ci sono sì fatti criminosi, anche in pieno giorno. Però c’è anche la risposta. Ci sono i risultati. Noi penso che siamo sul pezzo. Si può sempre fare di più, si può migliorare se abbiamo più tecnologie, se abbiamo più strumenti tecnologici e possiamo ancora migliorare. Però – ha tenuto a sottolineare Gratteri a margine di un incontro con gli studenti a Casola – c’è il fattore umano, ci sono investigatori di primo piano nel distretto di Napoli, c’è gente in Polizia, tra i Carabinieri e la Guardia di Finanza di altissimo livello. Io sono un filo ottimista per il futuro”.