“Dopo la rissa di venerdì scorso al Vomero, nella centralissima piazza Vanvitelli, favorita anche dall’assenza dei necessari controlli per prevenire e stroncare episodi legati alle famigerate baby gang e alla movida violenta che, da oltre vent’anni a questa parte, imperversano, trasformando l’ex tranquillo quartiere collinare in un vero proprio bronx metropolitano, senza che si assumano provvedimenti adeguati, più volte richiesti, si è cercato di porre rimedio acquisendo quantomeno le immagini della telecamera per la videosorveglianza installata al centro della piazza nel lontano 2008, al fine di poter ricostruire l’esatta dinamica degli eventi che hanno portato alla rissa, identificando altresì coloro che vi hanno partecipato, ai fini di giustizia. Solo allora ci si è resi conto di quanto denunciamo da tempo sulla mancata potatura dell’albero di lauro canfora presente nell’aiuola centrale che, oltre ad avere inglobato due dei quattro lampioni presenti e a presentare un ramo, ad altezza d’uomo, che sporge pericolosamente sulla carreggiata, ha quasi del tutto oscurato la telecamera, posta attualmente a un’altezza inferiore a quella dello stesso albero, ostacolando la visuale su buona parte della piazza “. A segnalare l’accaduto è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, fondatore del “Comitato partenopeo contro la movida violenta e fracassona e le baby gang” che conta sul social network Facebook oltre 700 iscritti, il quale più volte ha chiesto agli uffici competenti e segnatamente all’assessore comunale al verde, Santagada, di procedere alla potatura delle alberature presenti nella storica piazza senza che si sia provveduto al riguardo.
“Si è verificato – puntualizza Capodanno – quanto avevamo previsto fin dall’aprile del 2010, quando esprimemmo forti perplessità sulla scelta dell’amministrazione comunale partenopea di piantare questo tipo d’essenza arborea al posto della storica palma, uccisa dal famigerato punteruolo rosso. Sarebbe stato preferibile piantare una nuova palma, di una specie diversa, non attaccabile dal Rhynchophorus ferrugineus, il coleottero che, in passato, ha decimato molte palme in buona parte dei paesi europei. La scelta di piantare un lauro canfora, un albero che, nel tempo, assume dimensioni notevoli, potendo arrivare in altezza fino a 20 metri ma estendendosi notevolmente anche in larghezza, in un’aiuola relativamente piccola e con scarsa profondità del terreno sottostante, rispetto alle possibilità di crescita dell’essenza scelta e del suo apparato radicale, non convinceva allora e ancor meno convince oggi. Il risultato è stato che con il tempo, pure per la mancanza della necessaria periodica potatura, la pianta ha debordato rispetto ai limiti della recinzione dell’aiuola. Inoltre crescendo in altezza ha anche oscurato la telecamera di videosorveglianza della piazza. Infine l’effetto del vento ha contributo a far inclinare sia il tronco che la chioma. I problemi succitati sono stati più volte segnalati agli uffici competenti dell’amministrazione comunale partenopea anche dalla ditta “Il Chioschetto”, affidataria dell’aiuola “.
“Con l’occasione – sottolinea Capodanno -, per ricreare un clima di serenità in un quartiere profondamente scosso e preoccupato, anche alla luce degli ultimi eventi, rinnovo la richiesta al questore di Napoli affinché nell’isola pedonale di via Scarlatti o nella stessa piazza Vanvitelli sia ripristinato il servizio con il camper mobile della Polizia di Stato, effettuato per breve tempo e con ottimi risultati fino ad alcuni anni addietro, e per 24 ore su 24. Inoltre bisogna che si vedano di nuovo in strada, anche attraverso il potenziamento del servizio, i poliziotti e dei carabinieri di prossimità, che, in passato, al Vomero hanno sortito ottimi risultati, anche in termini di prevenzione. Infine chiedo al prefetto di Napoli di convocare un’apposita riunione, dedicata esclusivamente al quartiere Vomero, per mettere in campo tutte le iniziative per debellare il grave fenomeno delle baby gang e della movida violenta e fracassona, che vede, tra l’altro, il quartiere collinare partenopeo trasformato, e non da oggi, in una delle principali piazza d’interesse per gli afferrati crimini della micro e della macro criminalità “.