1° maggio, festa del lavoro. In tutta Italia, si è parlato soprattutto dei caduti sul lavoro, una scia sanguinosa che ha fatto più morti della guerra in Iraq. Quest’anno, c’è stato un tragico susseguirsi di infortuni nei luoghi di lavoro, ed è giusto che tutti hanno voluto dedicare il 1 maggio ai morti sul lavoro, partecipando anche noi con le diverse associazioni, alle iniziative delle diverse sigle sindacali.
Bisogna sottolineare, non solo l’importanza della sicurezza sul lavoro, che ancora necessita nella nostra Regione e in tutta la Nazione di una rilevante attenzione, ma anche confermare l’impegno delle forze sociali, politiche e istituzionali sulle nuove forme del lavoro, in cui più facilmente si annida la precarietà e l’incertezza per il futuro, specialmente tra i più giovani.
Il 2019 dovrà essere l’anno dei lavoratori: l’emergenza salari, il caro vita, la pressione fiscale sono le urgenze alle quali, insieme al drammatico fenomeno delle morti sui luoghi lavoro, occorre dare risposte concrete, magari ripartendo dalla centralità del lavoro stesso per il bene economico nazionale, e combattere gli infortuni con i fenomeni del lavoro nero e del caporalato. Il Primo Maggio vuole essere, un giorno di monito e di speranza per dare, appunto, nuova vita al lavoro.
Così Rosario Lopa e Alfredo Catapano Dirigenti Nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità.