Archivio di Stato a Caserta ed a Salerno, due facce di una stessa medaglia.

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Mentre a Salerno la provincia ha deciso di vendere il suo Archivio di Stato, a Caserta ce ne sono due, uno che dovrebbe fondersi con l’altro, uno è lo storico Archivio e l’altro è l’Archivio della Reggia. Una vicenda che sembrerebbe non trovare soluzione e che parte da lontano.

Siamo nel 2015, precisamente il 25 maggio, giorno in cui diventa operativo il cosiddetto “Piano Soragni” ovvero un cronoprogramma di interventi studiato da Ugo Soragni che oltre ad essere il direttore generale del MiBACT era anche il direttore facente funzioni del monumento vanvitelliano. Una delle volontà del piano, indicata ancor prima dalla legge (n.89 del 23 giugno 2014), era di liberare gradualmente gli spazi del Palazzo reale di Caserta e contestualmente unire gli attuali Archivi, quello di Stato e quello della Reggia all’interno del Palazzo.

Ad oggi, di fatto, sia il cronoprogramma sia la legge sono stati disattesi tant’è che, qualche giorno fa, è stata la senatrice Vilma Moronese ad interrogare il Ministro Dario Franceschini chiedendo allo stesso di “fare il ministro” interessandosi alla questione.

Una richiesta di spiegazioni che riguarda l’attuale precarietà rilevata all’interno dei nuovi locali in cui mancherebbe finanche la linea telefonica e la connessione internet sia per personale che per gli utenti. Ed ancora, il trasloco di tutti i documenti non sarebbe ancora avvenuto, proprio per la lentezza nei lavori di consolidamento ed adeguamento della struttura, con il conseguente ulteriore esborso di denaro pubblico per l’occupazione della ventennale sede.

L’ennesima battaglia della senatrice Moronese ha trovato la sensibilità dell’eurodeputata Isabella Adinolfi in occasione dell’iniziativa “Domenica di Carta” che si è tenuta anche all’Archivio di Stato di Caserta qualche giorno fa.

«L’annosa problematica relativa alla gestione all’Archivio di Stato di Caserta è ben lontana dall’essere risolta, tuttavia qualcosa sembra iniziare a muoversi – spiega il membro della Commissione cultura dell’Europarlamento – il Ministero dei Beni Culturali ha organizzato un evento aprendo le porte anche dell’Archivio di Caserta a tutti i cittadini. Un’iniziativa interessante – dichiara l’Adinolfi – alla quale deve però seguire un serio lavoro volto a risolvere le innumerevoli problematiche che persistono ormai da diverso tempo».

Domenica di Carta” è stato un evento che ha coinvolto 99 tra Biblioteche e Archivi statali in tutta Italia con l’apertura festiva straordinaria. Ancora una volta però, l’Archivio di Caserta si è fatto notare tra tutti gli altri, purtroppo in negativo, facendo pagare il biglietto d’ingresso al pubblico.

«Un’iniziativa che si dichiara “aperta” tuttavia non può far pagare un biglietto ai cittadini per la visita – dichiara Isabella Adinolfi – l‘Archivio di Caserta è stato l’unico ad averlo previsto tra i 99 siti in Italia che hanno aderito all’iniziativa. Sarà forse un modo – domanda la parlamentare cinquestelle – per reperire fondi utili ad attivare la linea telefonica e quindi il WiFi attualmente non presenti?».

Le questione degli “Archivi di Caserta” e di quello di Salerno saranno monitorate dall’europarlamentare Adinolfi. Nonostante le rassicurazioni a mezzo stampa del Presidente della Provincia di Salerno Giuseppe Canfora sulla non vendita dell’immobile, cozzano con l’ “assurda” presenza dello stesso nel piano triennale delle alienazioni dell’Ente approvato in Consiglio provinciale qualche settimana fa.

«Stiamo parlando di beni dall’inestimabile valore, spaccati della nostra storia che – spiega Isabella Adinolfi – rischiano di cadere nel degrado tra i conflitti di competenze, rallentamenti burocratici e noncuranza».

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