Come ha governato Donald Trump?

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di Apostolos Apostolou

Alcuni giorni fa il presidente Donald Trump ha parlato di «Legge e Ordine». Questo  slogan politico è stato utilizzato da Richard Nixon nel 1968. Nella politica «c’è chi si affida al motto freddo e chi alla frase a effetto, chi riecheggia slogan d’importazione e chi rivernicia i vecchi appelli. C’è chi confida sulla sobrietà della comunicazione, perché reputa l’essenzialità efficace, e chi sulla diversificazione dei messaggi. Ma per tutti, sempre più rilevante è il ruolo attribuito ai social network, come una volta fu per la sola televisione» (come scrive il sito Agi.it) E la domanda quando parliamo di  «Legge e Ordine» chi ci proteggerà dal crimine o dai criminali? Allora come ha governato Donald Trump?  Possiamo vedere alcuni esempi.

Il presidente Trump ha bloccato i fonti all’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) accusandola di aver aiutato la Cina a nascondere l’epidemia di coronavirus.

Il progetto che si chiama  ID 2020 di  Bill Gates annullato.

I vaccini resi volontari non sono obbligatori. I militari controlleranno la purezza e distribuiranno i vaccini.

Prima che diventasse presidente degli Stati Uniti, Donald Trump aveva dato un severo ammonimento all’industria farmaceutica USA per la questione prezzi dei farmaci e aveva promesso che sarebbe stato lui, una volta presidente, a sanzionarla. Finalmente Donald Trump ha ottenuto sconti sui farmaci da prescrizione.

Interruzione dell’implementazione del 5G a livello nazionale.

Annullato il disegno di legge H.R. 6666 dei Democratici. I democratici di Nancy Pelosi avevano presentato una legge per deportare gli americani dalle loro case.

Ha aperto una piattaforma di reclamo per segnalare la censura su Facebook, Twitter e YouTube.

Il presidente Trump si è tirato dall’Accordo di Parigi sul clima.

I dazi di Trump alla Cina hanno picchiato duro.

Il TIPP è fallito  (TIPP transatlantic Trade and Investment Partnership. Il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico che ha l’intento dichiarato di modificare regolamentazioni e standard -le cosiddette “barriere non tariffarie”- e di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano.) Il presidente Trump ha sostenuto che l’ approccio vigente in Europa non è accettabile. L’Europa deve abbandonare il principio di precauzione per basarsi su “una solida scienza”.

 

Dichiara i luoghi di culto “Servizi essenziali”.

 

Prima della pandemia di coronavirus (cioè prima di lockdown) e quasi per tre anni ci sono 6,7 milioni di posti di lavoro in più, la disoccupazione è scesa al tasso più basso degli ultimi cinquant’anni: solo il 3,5%. I media fake news odiano parlare di economia e di quanto sia incredibile! Il vero successo di Trump riguarda l’aumento medio degli stipendi, mai cresciuti così tanto dal 2001.

 

Donald Trump non ha fatto nessun guerra, mentre con i presidenti come Bill Clinton, George W. Bush, Barack Obama, esistevano undici milioni di morti.

 

Scrive Mauro Leonardi (Agi.It) «Le guerre dei presidenti americani, dal 1945 a oggi»

«Harry Truman (1945-1953, Democratico) è stato l’uomo della Guerra di Corea.

Dwight D. Eisenhower (1953-1961, Repubblicano) ereditò la Guerra di Corea e giunse all’armistizio ma impegnandosi nell’escalation della Guerra Fredda: aveva l’idea che gli americani dovessero essere più aggressivi nei confronti di Mosca.

John Fitzgerlad Kennedy (1961-1963, Democratico) portò in pochi mesi i consiglieri militari statunitensi in Vietnam da qualche centinaio a 16.000 e, di fatto, fu l’iniziatore del conflitto che avrebbe segnato l’America per generazioni. Fu anche il presidente della Baia dei Porci, e cioè del tentativo, fallito, di invadere la Cuba di Fidel Castro.

Lyndon Johnson (1963-1969, Democratico) fu colui che prese il posto di Kennedy e verrà ricordato per l’escalation della Guerra del Vietnam. Nel 1965, Johnson ordinò anche l’invasione della Repubblica Domenicana per rovesciare il governo socialista di Juan Bosch Gavino.

Richard Nixon (1969-1974, Repubblicano) chiuse la guerra in Vietnam dopo un’escalation di bombardamenti a tappeto sulle città e le campagne del Nord e, segretamente, in Cambogia e Laos. Divenne, nonostante non lo avesse iniziato, il simbolo negativo di quel conflitto.

Gerald Ford (1974 -1977, Repubblicano): in così poco tempo, il successore di Nixon non combattétecnicamente alcuna guerra, anche se chiese al Congresso il permesso di farne una. Infatti, nonostante gli accordi di Pace di Parigi del 1973, nel dicembre del 1974, le colonne militari nord-vietnamite si diressero verso il Sud e il governo sud-vietnamita chiese aiuto agli Usa. Ford allora decise l’intervento ma Capitol Hill disse di no.

Jimmy Carter (1977-1981, Democratico): quando l’unione sovietica invase l’Afghanistan mandò aiuti militari segreti ai mujaheddin afghani, attraverso i sauditi e i pachistani. Fu la sua guerra e l’embrione di quella che divenne la jihad di Osama Bin Laden contro gli Stati Uniti. Carter fallì anche il blitz militare per liberare gli ostaggi dell’ambasciata americana a Teheran.

Ronald Reagan (1981-1989, Repubblicano), dopo aver chiuso la Guerra Fredda, fu protagonista di due azioni militari: l’invasione di Grenada nel 1983, decisa perché un regime filo marxista non si affiancasse a quello di cubano in quell’area; il bombardamento di Tripoli nel 1986 con l’obiettivo di colpire Gheddafi.

George H. W. Bush (1989-1993, Repubblicano) combatté e vinse la prima guerra del Golfo, dopo l’invasione da parte di Saddam Hussein del Kuwait. Diede anche l’ordine di invadere Panama: nel dicembre del 1989, 24.000 soldati americani sbarcarono nel piccolo, ma importantissimo stato del Centroamerica per abbattere il dittatore Manuel Noriega.

Bill Clinton (1993-2001, Democratico) inviò e poi ritirò le truppe americane dalla Somalia. Due anni dopo, ordinò i raid aerei contro i serbi di Bosnia per costringerli a trattare e, dopo gli accordi di Dayton, dispiegò una forza di pace nei Balcani.Nel 1998, in risposta agli attentati di Al Qaeda, per ritorsione fece bombardare obiettivi in Afghanistan e in Sudan. Un anno dopo, il teatro di guerra tornò ad essere i Balcani: gli Usa furono protagonisti della Guerra del Kosovo e della caduta di Milosevic.

George W. Bush (2001-2009, Repubblicano) è il presidente delle due ultime guerre americane (a questo punto, “penultime”) in grande stile: Afghanistan e Iraq come risposta all’attacco delle Torri Gemelle. Se la prima ebbe l’appoggio di quasi tutti gli americani, la seconda invece venne largamente contestata dall’opinione pubblica statunitense e mondiale.

Barack Obama (2009-2017, Democratico) è da subito contrario all’invasione dell’Iraq, eletto per far tornare le truppe a casa da Bagdad e Kabul, e vincitore del Nobel per la Pace, oltre ai noti interventi in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan, ha bombardato anche lo Yemen, la Somalia e il Pakistan. Secondo alcuni analisti è stato il presidente americano che ha tenuto in guerra gli Stati Uniti per più tempo.»

Donald Trump ha dichiarato, “Se vincono i democratici questo Paese diventerà un altro Venezuela” il 6 novembre, saranno, per il suo governo, un vero e proprio esame dal quale ne potrà uscire vittorioso o sconfitto.

 

Apostolos Apostolou

Scrittore e Prof. di Filosofia

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