La situazione resta difficile, anche se bisognerà attendere oggi quando al Quirinale saliranno Pd, Forza Italia, Lega e M5S, per iniziare a capire se ed entro quali margini sarà possibile cominciare ad ipotizzare possibili soluzioni per arrivare ad un nuovo governo. E questo il bilancio che viene stilato al termine della prima giornata di consultazioni, confermato del resto dalle parole di alcune delle interlocutrici incontrate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Beatrice Lorenzin non esita infatti a parlare di “fase interlocutoria”, mentre Giorgia Meloni ipotizza un secondo giro di consultazioni, quando afferma che il centrodestra dovrebbe presentarsi a questo eventuale appuntamento con un’unica delegazione.
Questioni che lo stesso Capo dello Stato potrebbe chiarire già stasera, dopo aver ultimato i colloqui con i Gruppi parlamentari, anche se naturalmente occorrerà attendere l’esito degli incontri per decidere le modalità e i tempi con cui procedere nei prossimi giorni e come calibrare un intervento che serva a spiegare la linea d’azione del Colle.
Una linea d’azione, quella della Presidenza della Repubblica, che al momento rimane quella tracciata all’indomani del voto del 4 marzo: sono i partiti e le coalizioni che attraverso il confronto interno e reciproco tra loro dovranno indicare a Mattarella possibili soluzioni per poter dare un governo al Paese. Ipotesi che stanno già più o meno emergendo e che naturalmente sono al vaglio del Presidente, che tuttavia non intende minimamente indicare una strada piuttosto che un’altra o dare suggerimenti che suonerebbero come un’interferenza.
Ne’ il Capo dello Stato vuole imprimere accelerazioni, prima che dal dibattito politico possano maturare sbocchi in grado di consentire la formazione di una maggioranza di governo. Questo naturalmente non significa che il Presidente della Repubblica resti indifferente di fronte alle scadenze che attendono il Paese, soprattutto sul piano della tenuta dei conti pubblici e del rapporto con l’Unione europea.
Temi questi che richiedono un’assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche, a cui Mattarella ha fatto appello in una delle rare prese di posizione pubbliche seguite alle elezioni del 4 marzo e che naturalmente intende ricordare ai partiti, senza che questo significhi un’invasione di campo al di fuori delle proprie prerogative.