Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per una sera diventa, da intervistato, intervistatore di giornalisti. La cornice è il Palazzo Reale di Napoli dove, al termine della sua giornata trascorsa prima in Calabria e poi a Napoli, il premier ha incontrato tre giornalisti minacciati dalla criminalità organizzata: Sandro Ruotolo, Nello Trocchia e Salvatore Minieri. “Abbiamo fatto un brindisi alla libertà di informare e anche al diritto ad essere informati”, ha spiegato Conte parlando alla platea e introducendo una sorta di intervista ai tre giornalisti, “un’occasione per me molto stimolante dopo aver dovuto imparare in fretta il mestiere di intervistato quando ho iniziato l’attività di governo”. Conte ha spiegato che quella di stasera rappresenta “un’occasione per riflettere sulle loro personali esperienze. Sono qui con molta umiltà per apprendere, il mio ruolo di responsabile dell’autorità di governo mi impone di acquisire sempre più informazioni e oggi è stata una giornata dedicata al contrasto alla criminalità e all’illegalità”.
“C’è una precisa volontà – ha assicurato Conte – che i riflettori siano sempre accesi su chi rischia, su chi mette a rischio la propria libertà personale e la propria vita per un bene pubblico, per offrire nell’ambito delle proprie competenze e capacità la possibilità di essere informati anche su vicende su cui altrimenti sarebbe facile far cadere un nuvolo di omertà”.
Quanto alle polemiche degli ultimi tempi, “ci sta che dopo tanti attacchi ci possa essere una reazione – ha detto Conte – ma non dovete temere che si metta in discussione un principio fondamentale dell’ordinamento civile come quello della libertà di stampa“. “C’è la libertà di informare e c’è il polo simmetrico, il diritto a essere informati. E’ – ha aggiunto – un diritto che comporta anche doveri, responsabilità”.
Poi, a Sandro Ruotolo che stigmatizzava la “lista dei giornalisti buoni e dei giornalisti cattivi” con riferimento al post dell’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, il presidente del Consiglio ha risposto: “L’elenco dei giornalisti buoni e cattivi? L’hanno fatto dal Guatemala, mica l’ha fatto un membro del governo“. (AdnKronos)